“Capire” i bambini
Che cosa significa “capire” i bambini? È un concetto che uso abitualmente nel mio lavoro di psicologa e scrittrice e che pare sia una condizione del tipo “tutto o niente”: ci sono persone che capiscono, altre no. O capiscono che i bambini sono esseri umani e che meritano di essere trattati come esseri umani, o non lo capiscono. Purtroppo nella nostra società sono in tanti a non capire e stupisce come questo valga anche per molti professionisti della salute mentale.
In che senso non capiscono? Voglio dire che sono succubi del pregiudizio in base al quale i bambini sarebbero fondamentalmente diversi dagli adulti. Nel senso che agirebbero in base a differenti princìpi comportamentali. D’altra parte non potrebbero nemmeno pensarla diversamente, dato che nessun adulto migliora il proprio comportamento se viene picchiato, insultato, criticato, sgridato o punito. Gli adulti si comportano come vengono trattati, questo lo sanno tutti. Allora perché pare che non tutti sappiano che vale altrettanto per i bambini? Perché pensano che i bambini si comportino meglio se vengono puniti? Sarà anche vero che modificano il comportamento per paura, ma come ricorda lo psicologo Marshall Rosemberg, dobbiamo farci due domande prima di correggere il comportamento di un bambino:
“Due domande ci aiutano a capire perché non si può credere di ottenere ciò che vogliamo con le punizioni… La prima domanda è: Come vorrei che si comportasse questa persona? Se rispondiamo solo a questa domanda la punizione può sembrare efficace perché la minaccia o l’esercizio della forza punitiva può certamente condizionare il comportamento di una persona. Ma la seconda domanda ci svela perché le punizioni difficilmente possono funzionare: Con quale motivazione vorrei che quella persona facesse ciò che le chiedo? Affrontiamo di rado la seconda domanda, ma quando lo facciamo ci accorgiamo subito che… le punizioni danneggiano la buona volontà e l’autostima e distolgono l’attenzione dal valore intrinseco del comportamento verso conseguenze esterne. Rimproveri e punizioni falliscono nel promuovere quelle buone intenzioni che vorremmo ispirare agli altri”.1