CAPITOLO VII Insieme siamo cresciuti rescono insieme, genitori e figli. La qualità (e l’intensità) della relazione tra genitori e figli nell’adolescenza dipende, in larga parte, dalla qualità della relazione precedente. Naturalmente, non c’è garanzia. A volte le cose si complicano, a volte vengono bene per puro caso. Ma in linea di massima si raccoglie ciò che si è seminato. C Vogliamo che l’adolescente possa aver fiducia nei genitori e chiedere aiuto o consiglio in situazioni difficili? Allora dobbiamo insegnargli fin da piccolo che può avere fiducia, che quando ci chiede aiuto lo assisteremo. Anche alle due di notte. Vogliamo che l’adolescente sia in grado di prendere le proprie decisioni, di non sottomettersi passivamente alla pressione del gruppo, di impuntarsi e dire “no” (agli alcolici e alle droghe, alla guida pericolosa, agli atti vandalici, agli abusi sessuali, ecc.)? Allora dovrà far pratica fin da piccolo, dicendo ogni tanto “no” ai genitori. Difficilmente potrà avere idee proprie chi è stato educato all’obbedienza assoluta. Vogliamo che tratti le persone con rispetto, che non ricorra agli insulti o alla violenza nel comportamento verso gli altri? Allora trattiamolo con rispetto fin dal primo momento, mostriamogli con l’esempio come esprimere richieste senza insulti e senza violenza. Vogliamo che abbia valori fortemente interiorizzati, che sia in grado di fare ciò che è giusto senza che nessuno lo vigili, senza aspettarsi premi né temere punizioni? Allora diamogli sin dall’infanzia la possibilità di fare le cose senza premi o punizioni. Lo studio è iniziato nel 1975, con 669 famiglie con bambini da uno a dieci anni, di svariati gruppi etnici e classi sociali, scelte a caso tra i residenti di centri urbani dello stato di New York. Sono stati intervistati nel dettaglio madri e figli all’inizio del progetto, e poi di nuovo all’età di tredici, sedici e ventidue anni. Nei primi anni duemila è stato possibile localizzare 658 di quei bambini, con un’età media di trentatré anni . Children in the Community 1 Note Johnson J.G., Liu L., Cohen P., 1 Parenting behaviours associated with the development , “Can J Psychiatry”, 2011, 56, 447- of adaptive and maladaptive offspring personality traits 456. http://publications.cpa-apc.org/media.php?mid=1201 A sedici anni è stato valutato, tramite questionari compilati da madri e ragazzi, il grado per cui entrambi i genitori mostravano dodici particolari comportamenti positivi. A ventidue e trentatré anni, con altri questionari, si è valutata la resilienza dei figli (considerata come combinazione di quattro tratti: ottimismo e sicurezza, empatia e affetto, attività produttiva e capacità di espressione) e la presenza di tratti di personalità disadattata (schizoide, paranoide, istrionica, ecc.). Per ognuno dei dodici comportamenti analizzati, quando i genitori avevano un punteggio alto (nel terzo superiore della scala di misura) anziché basso (nel terzo inferiore), i figli mostravano più resilienza e meno problemi di personalità. La resilienza arrivava a essere fino a cinque volte più alta, mentre i problemi di personalità di riducevano a meno della metà. La buona notizia è che le cose positive fatte da questi genitori non erano difficili. Non erano “tecniche” complicate, non le avevano lette in un libro, non era stato necessario frequentare un “laboratorio” per imparare; e tra il 40% e il 50% dei padri e delle madri aveva punteggi nel terzo più alto delle varie scale. Sono cose alla nostra portata. Non c’entra il fatto di “imporre la disciplina”, di “definire i limiti”, di “trasmettere valori”, e neppure quella benedetta sedia per riflettere. Questi sono i dodici comportamenti materni e paterni associati a un corretto sviluppo della personalità dei bambini: Lodare e incoraggiare il bambino. Trascorrere insieme molto tempo. Mostrare molto affetto. Non ricorrere molto alle punizioni. Parlare con gentilezza. Incoraggiare l’autonomia dei figli. Mantenere la calma. Avere una buona comunicazione con il bambino. Avere un atteggiamento positivo verso il bambino. Offrire attenzione e dedizione al bambino. Condividere attività piacevoli. Essere ammirati come modelli di comportamento. Di sicuro ne state già mettendo in pratica la maggior parte. E altrimenti, che aspettate a cominciare?