CAPITOLO I

Perché non riesce a stare seduto fermo?

Una perfetta sconosciuta mi apre il suo cuore per telefono. Si lamenta che il figlio di sei anni non riesca a stare seduto fermo in classe. La scuola vuole che lo faccia valutare per disturbo da deficit di attenzione e iperattività. La mamma prosegue e mi spiega come il bimbo torni da scuola ogni giorno con un adesivo giallo a forma di faccina, il che vuol dire che si è comportato male. Il resto della classe torna a casa con una faccina adesiva verde, che significa “Mi sono comportato bene”. Ogni giorno viene ricordato a suo figlio che ha un comportamento inaccettabile solo perché non riesce a stare fermo seduto a lungo.


La madre piange: 

Inizia a dire cose come ‘Mi odio!’ e ‘Non so fare niente!’.

Mentre la ascolto raccontare la variante di una storia a me fin troppo nota, non posso fare a meno di pensare che l’autostima di questo bambino sta precipitando, e tutto perché avrebbe bisogno di muoversi più spesso.


Forse questa storia vi ricorda qualcosa, forse avete anche voi un figlio che si agita di continuo o disturba in classe? Magari gli insegnanti insistono perché facciate dei test per valutare eventuali ritardi o disturbi evolutivi? Sono situazioni estremamente difficili per i genitori, destano preoccupazioni se non addirittura profondi timori o ansie per ciò che sta accadendo ai propri figli. Ma non siete soli. Appena trenta anni fa, le diagnosi di disabilità o problemi neurologici in età evolutiva erano molto rari. Oggi è invece una tendenza in crescita, tale da dover suscitare un allarme rosso. Sempre più bambini hanno difficoltà a mantenere viva l’attenzione, a controllare le emozioni e gestire l’aggressività, a stare in equilibrio, ad avere forza e resistenza fisica e un sistema immunitario robusto. Parallelo all’incremento dei così detti “ritardi evolutivi”, vi è un cospicuo aumento nel numero di bambini che hanno bisogno di terapia occupazionale per affrontare questi disagi (Harris n. d.).


È una situazione degna di riflessione e della quale sono stata testimone, negli ultimi dieci anni, in veste di madre e professionista. Molti amici di mia figlia maggiore si sono sottoposti per diverso tempo a terapia occupazionale quando erano piccoli e anche la mia figlia minore ha avuto bisogno di un leggero trattamento per problemi sensoriali. Al lavoro, l’ambulatorio di ergoterapia ha avuto liste d’attesa di almeno un anno.


In questo lasso di tempo, una maestra di quinta elementare nella scuola di mia figlia mi ha raccontato che i suoi studenti facevano fatica a concentrarsi e si agitavano tutto il tempo. Su sua richiesta, ho osservato la classe mentre lei leggeva ai bambini una storia presa da un libro illustrato e io sedevo tranquilla guardandomi intorno.


Eravamo a fine giornata e tutti i bambini tranne uno si agitavano. Alcuni si davano forti schiaffetti sui polsi, uno si dondolava di continuo sulla sedia e un altro masticava l’orlo di una bottiglia di plastica. Una bambina si abbracciava e dondolava e altri sollevavano le sedie in bilico sulle gambe posteriori. Mai prima d’allora avevo visto tanto movimento eccessivo in una quinta classe. Sembravano i movimenti tipici di una scuola materna, non di una quinta elementare.


Perché questi bambini fanno tanta fatica?
Pensai fra me e me; e non solo loro, ma la gran parte dei bambini di oggi?


Forse oggigiorno siamo solo più sensibili ai bisogni dei bambini? O c’è davvero un aumento dei problemi sensoriali? E qual è la causa? 

Avevo più domande che risposte.


Se avete scelto questo libro, scommetterei che anche voi avete più domande che risposte. E avete trovato il posto giusto. Qui culminano più di dieci anni di osservazione personale sui bambini, di studi condotti da me e di analisi attenta della letteratura scientifica. La buona notizia è che molti dei problemi che osserviamo sono risolvibili, e in alcuni casi possono essere prevenuti. Al termine della lettura, avrete acquisito le strategie necessarie ad assicurarvi che vostro figlio sia esposto agli ambienti ideali nei quali praticare quel tipo di attività ludica all’aperto capace di aiutare a compensare i problemi dello sviluppo.


Ma prima, diamo un’occhiata più da vicino ai principali problemi evolutivi che i bambini di oggi si trovano ad affrontare. Risponderò ad alcune delle domande più comuni che mi vengono poste da genitori e insegnanti.