prima parte - v

Arte, manualità e tradizione

L’esercizio dell’arte

Attraverso il disegno il bambino costruisce un mondo
– il suo mondo – che riflette le sue preoccupazioni, le sue esperienze, i suoi sogni.

Arno Stern

Uno dei campi in cui credo non bisognerebbe influenzare il bambino, è l’arte. Pablo Picasso diceva di aver impiegato tutta la vita per imparare a disegnare come un bambino. Molti di noi, invece, pretendono di insegnare ai bambini come disegnare. È un po’come voler insegnare loro a giocare.


Ricordo ancora un episodio accaduto quando frequentavo la scuola materna. Me ne stavo buona buona a disegnare con i pastelli a cera. A un certo punto l’insegnante mi si avvicinò, inorridita: “Non esistono gli alberi di fragole!”. Mi diede una gomma e mi disse di cancellare le fragole. Il risultato fu un gran pasticcio e una bella dose di frustrazione; il fatto che questo episodio sia rimasto impresso nella mia memoria dopo tanti anni ne è la prova.


Lasciate che i vostri figli disegnino alberi di fragole, scoiattoli verdi e pianeti quadrati. Se proprio ci tenete potete precisare che nella realtà quelle cose non esistono, ma non dimenticate di complimentarvi con loro per averle inventate. Lasciate perdere anche le tecniche e i modelli. Almeno finché non saranno loro a chiederveli. Lasciate che si esprimano senza vincoli finché possono. La qualità di un’opera d’arte sta nella sua originalità, non nella sua perfezione.


Prendete sul serio le attività dei vostri figli. Fornite loro materiale di qualità (compatibilmente con le vostre possibilità) e insegnate loro a rispettarlo.


In una bella intervista su www.mammafelice.it, Nicoletta Costa, illustratrice di libri per bambini, dice:

È importante dare ai bambini gli strumenti giusti per creare, per disegnare. Spesso ai bambini di due anni si danno le matite avanzate, senza la punta, non di qualità… Invece bisogna dare al bambino gli strumenti adatti: molta carta, molto spazio, colori di buona qualità. I bambini hanno bisogno di strumenti. Noi gli diamo dei fogli riciclati, il retro della carta avanzata, come se il bambino piccolo non avesse diritto di avere un foglio di carta prezioso, ma solo la carta che avanza. Ma per lui è importante avere un foglio tutto suo con cui esprimersi, senza la paura di sbagliare. Un fogliaccio di carta, stropicciato e magari ricavato dal retro di qualche altra cosa, non valorizza il suo disegno: noi dobbiamo dargli un foglio bellissimo, per fare un disegno bellissimo.

Mi è successo tante volte di voler conservare un disegno dei miei figli particolarmente bello o toccante, e di dispiacermi per il fatto che si vedesse un testo stampato in trasparenza. E se trovassimo un modo per rispettare l’ambiente e anche le attività creative dei nostri figli? Diamo loro fogli puliti e impariamo a riciclarli!


Esponete in casa i disegni dei vostri bambini. Ne saranno fieri e, vedendo che apprezzate ciò che fanno, saranno invogliati a continuare.


Il processo creativo mette in gioco una vasta gamma di emozioni. Partendo dalla sua volontà, possibilmente non condizionata da modelli o soggetti imposti, sperimenta l’aspettativa, l’eventuale frustrazione, la determinazione nel portare a termine il suo progetto, l’impegno ed infine la gioia derivante dalla realizzazione del proprio pensiero.


Il bambino, lasciato libero di sperimentare senza pressioni e condizionamenti, senza richieste da soddisfare, potrà godere della gioia derivante dalla sua creatività e sarà al riparo dalla frustrazione del “non lo so fare”.


Non chiedete ai vostri figli di spiegarvi che cosa rappresentano i loro disegni. Spesso nei primi anni questi rappresentano semplicemente un moto interiore, difficile (se non impossibile) da descrivere a parole.