prima parte - vi Il contatto con la natura econdo uno studio dell’Environmental Science & Technology, S cinque minuti al giorno trascorsi in mezzo alla natura (anche solo un parco cittadino) riducono il rischio di depressione e di malattie mentali. La presenza dell’acqua (lago, mare, fiume…), e quindi del colore blu abbinato al verde della vegetazione, amplificherebbe questi effetti positivi. I nostri bambini stanno perdendo il legame con la natura, e questo porta effetti collaterali considerevoli e spesso sottovalutati. Un tempo si viveva secondo il ritmo delle stagioni. Si mangiavano le arance d’inverno e le fragole d’estate. Si aspettava che le ciliegie maturassero, si preparavano conserve per l’inverno. Il legame con la Terra era forte. L’Uomo se ne prendeva cura e le dedicava il suo lavoro, e Lei ripagava con i suoi frutti. Oggi si può avere tutto ciò che si vuole in qualsiasi periodo dell’anno. Se togliersi lo sfizio delle fragole a dicembre può essere piacevole, il prezzo da pagare è troppo alto. Sia in termini economici, sia in termini di impatto sul pianeta. È importante godere delle comodità del mondo moderno, senza dimenticare che la Terra è comunque nostra “Madre”, e che bisogna curarla e rispettarla, altrimenti non c’è tecnologia che tenga. Questi concetti vengono ora insegnati in molte scuole, ma restano pur sempre molto astratti. Per imparare ad amare la Terra il bambino ha bisogno di conoscerla, di viverla, di toccarla, di sperimentarla. Non è necessario vivere in aperta campagna per permettere ai nostri figli di creare un legame con il mondo naturale. Basterà portarli regolarmente al parco, incoraggiarli a osservare la perfezione delle piccole cose, aiutarli a nutrire gli uccelli durante l’inverno, spiegare loro da dove viene ciò che hanno nel piatto. I nostri bambini conoscono i pianeti, i dinosauri, i faraoni. Ma non sanno distinguere le foglie, gli alberi, i fiori, gli uccelli. Non sarebbe meglio cominciare da ciò che ci circonda, per poi avventurarsi nelle galassie e nei libri di storia? Non sapete da dove cominciare? Non conoscete le piante, i fiori, gli uccelli? Non sapete come coltivare un orto? Non è un problema. Anzi, è una meravigliosa opportunità per cominciare insieme questa meravigliosa avventura. Nel suo libro Richard Louv afferma che: Contrariamente alla TV, la natura non ci porta via il nostro tempo. Al contrario, lo “amplifica”. La natura cura, ispira, stimola la creatività attraverso l’uso di tutti i sensi. 1 Secondo uno studio della Cornell University, i bambini che vivono a contatto con la natura soffrono meno, rispetto a quelli che ne sono privati, durante i momenti difficili della vita. I bambini vivono attraverso i sensi. Le esperienze sensoriali sono il ponte tra il mondo esterno e quello interiore. Essendo il mondo naturale la fonte primaria di stimoli sensoriali, la libertà di esplorarlo è essenziale non solo per lo sviluppo fisico ma anche per quello psichico. Ogni luogo naturale contiene una quantità infinita di informazioni, e racchiude un potenziale illimitato di nuove scoperte. Louv ci ricorda che: Man mano che ci allontaniamo dal mondo naturale, ci allontaniamo anche gli uni dagli altri. I bambini che stanno davanti alla TV o ai videogiochi non interagiscono tra loro. Anche se il gioco prevede più giocatori, ciascuno interagisce con il computer, non con l’altro giocatore. […] Le nuove tecnologie tendono a sopprimere il contatto fisico e l’esperienza sensoriale diretta. Tutto viene filtrato. 2 Note Richard Louv, L’ultimo bambino nei boschi, Rizzoli, 2006. 1. Ibidem. 2. Elke McGrath, mamma canadese, autrice del blog cabbagesandkingsuk.blogspot.com racconta così la sua infanzia trascorsa in campagna: homeschooler Ho avuto la fortuna di passare quasi un decennio della mia infanzia vagabondando con il mio cane nella campagna dell’Ontario, e so che quest’esperienza è la base della persona che oggi sono. La natura è stata mia compagna e amica. Proprio come Thoureau, non ho mai conosciuto la solitudine, finché ho avuto spazi aperti da esplorare. Ho invece sperimentato una profonda solitudine nelle grandi città oltre che un profondo desiderio di scappare dagli innumerevoli, superficiali svaghi e distrazioni che bombardano i sensi e consumano le vite dei prigionieri, ehm… degli abitanti. Durante gli anni trascorsi nei boschi, nei campi, in fattoria, ho appreso molto più di quello che si impara sui banchi di scuola. Filosofia La vita, la morte, i cicli, le stagioni, la giovinezza e la vecchiaia, l’impermanenza, la sofferenza, la solennità, la gioia di fronte alla consapevolezza dell’impermanenza (amiamo la rosa vera più di quella finta proprio perché morirà), le interconnessioni, il concetto di tempo, il legame con gli antenati. Sviluppo caratteriale Rispetto, umiltà, consapevolezza del proprio valore, fiducia in sé, forza interiore, indipendenza, competenza, pensiero critico e analisi, capacità decisionale, senso di appartenenza, senso di responsabilità, causa ed effetto, conseguenze, compassione, pazienza, valutazione del rischio, senso della prospettiva, la gioia della solitudine. Arte Apprezzamento della bellezza, a volte conoscenza di crudeli verità, della geometria, del paesaggio, del colore, della variabilità, delle luci e delle ombre, della simmetria, senso di stupore. Educazione fisica Resistenza fisica, competenza, senso di conquista, esperienza del corpo come strumento prezioso e vitale, comprensione di quanto poco di materiale una persona necessiti realmente per vivere. […] Storia Oltre ad appassionarmi alla storia naturale, mi sono ritrovata a pensare spesso a come la gente viveva in passato – ho indagato sulle abitudini alimentari dei nativi americani locali, ho scoperto di quali cibi selvatici si nutrivano e li ho cercati. Ho assaggiato radici, mirtilli selvatici, uva e mele selvatiche e amare. Non avevo bisogno di tornare a casa per i pasti. Sognavo ad occhi aperti dei primi coloni europei, di come coltivavano il terreno roccioso e di come vivevano insieme ai nativi. Più tardi, a casa o a scuola, ho cercato nei libri le loro storie. Curiosità, inesauribile voglia di imparare Questo potrebbe stare nella sezione “sviluppo caratteriale” ma siccome è una delle cose più importanti che desidero coltivare nei miei figli, ho pensato che meritasse una sezione a parte. Puoi passare la tua vita intera a studiare una piccola pianta, o un animale, o una roccia e morire senza aver scoperto tutto quello che c’era da sapere in proposito. Sono cresciuta credendo che nella vita sia impossibile annoiarsi; sono incapace di sopportare la compagnia di persone che sono spesso annoiate. E lo considero un pregio. Abilità pratiche Campeggio, identificazione delle specie, delle costellazioni, nozioni di pronto soccorso, capacità di osservare in silenzio, di sfuggire ai cacciatori, di rianimare un uccellino dopo che il mio cane lo aveva aggredito, ecc. Salute mentale Senso di appartenenza, di essere parte dell’universo. Altrettanto importante, e altrettanto insignificante di ogni altra parte. Senso di condivisione del destino della vita sulla Terra, consapevolezza della fortuna di essere vivi e capaci di vedere la bellezza del mondo, sentirsi a proprio agio in mezzo alla natura, profondo sentimento di soddisfazione nell’osservare semplicemente i fenomeni naturali. (Testo liberamente tratto dal sito web dell’autrice) Una recente ricerca condotta dal dottor Dr. Chris Lowry, della Bristol University, sembra inoltre poter confermare scientificamente la relazione tra contatto con la terra e benessere. Il responsabile sarebbe un batterio presente nella terra, il Inalato mentre si lavora (o si gioca con) la terra, stimolerebbe la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore che agisce come regolatore dell’umore e del sonno, contrastando ansia e depressione, oltre a numerosi altri disturbi. Mycobacterium vaccae. Che cosa aspettate allora? Uscite fuori e… non abbiate paura di sporcarvi!