Introduzione per le
edizioni europee

Il caos culturale che affligge il Nuovo Mondo minaccia di invadere anche l’Europa, a meno che gli europei non desiderino salvaguardare ciò che esiste di più sacro: la relazione con i propri figli. Sotto la spinta delle pressioni economiche globali, le tendenze ormai dilaganti in Nord America fanno la loro apparizione prepotentemente anche altrove, allentando i legami di attaccamento fra i bambini e gli adulti che se ne prendono cura. In tal modo, distruggono il contesto appropriato perché i genitori possano svolgere il loro compito, menomando lo sviluppo umano e, insidiosamente ma inesorabilmente, erodendo le basi della trasmissione culturale.


Uno sguardo attento alle esperienze del Nord America rivela che i bambini non ricevono da genitori, insegnanti o altri adulti responsabili le indicazioni necessarie su come essere, come apparire, quali valori abbracciare, a quale cultura appartenere, e quali codici comportamentali adottare; le ricevono, invece, dai loro stessi coetanei. Ho definito questo fenomeno come orientamento ai coetanei.


Durante un recente viaggio sabbatico in Provenza con la mia famiglia, mi sono reso conto di quanto i giovani americani siano orientati ai coetanei se paragonati ai ragazzi dell’Europa continentale. Per la gran parte, i bambini in Europa prendono ancora le mosse dagli adulti. Di contro, gli attaccamenti dei bambini statunitensi, canadesi, inglesi e australiani sono ormai talmente sviati che l’orientamento ai coetanei viene accettato come fosse la norma. Il sangue si è mutato in acqua. La cultura, in questi paesi, fluisce adesso orizzontalmente anziché verticalmente, creando culture pop che a stento sopravvivono per un decennio. Nei paesi anglofoni è molto più probabile che i ragazzi parlino come i coetanei, vestano come i coetanei, si somiglino fra loro e modellino la propria immagine, il proprio aspetto e il comportamento in base a messaggi che si trasmettono gli uni con gli altri. Ne risulta immaturità, alienazione culturale e abbassamento della qualità dell’apprendimento, ipersessualità precoce, uso di droghe, e un aumento dell’aggressività, del bullismo e della violenza minorile. Dal canto loro, i genitori sono a disagio, frustrati, e si acuisce in loro la sensazione che lo sviluppo dei bambini sia, in qualche modo, sfuggito all’influenza degli adulti.


La perdita dell’orientamento agli adulti sta distruggendo il contesto nel quale i piccoli avrebbero dovuto essere allevati. Perché si possa essere genitori efficaci, è necessario che i bambini sviluppino la giusta relazione con i genitori. L’orientamento ai coetanei rende il compito del genitore ben più arduo di quanto non fosse in passato e di quanto non debba essere per natura. I ragazzi americani stanno perdendo i genitori, non perché manchi una qualche competenza o il giusto coinvolgimento, ma semplicemente per mancanza di attaccamento. A meno che non venga arginato, l’orientamento ai coetanei diventerà la norma anche in altre parti del mondo.


Per quanto possa essere insulsa, dozzinale e manipolativa, la vera nemica delle grandi culture europea e giapponese non è la cultura pop americana di per sé, quanto piuttosto la perdita – da parte dei bambini – degli adulti come attaccamenti primari ed efficaci. Una volta che i legami fondanti dell’infrastruttura culturale abbiano ceduto il passo, non c’è nulla che di quella cultura ne preservi saggezza e tradizioni. Il pericolo è reale. Ciò che mi è sembrato chiaro in Europa, è che sebbene la cultura fosse estremamente valida, ci fosse poca coscienza del ruolo che l’attaccamento svolge nella conservazione della stessa. Senza quella consapevolezza, il contesto di attaccamento verrà inevitabilmente eroso dalle stesse forze economiche che hanno mandato a monte la comunità, il vicinato, la famiglia e la cultura in Nord America e altrove. Come si usa dire, spesso non si apprezza ciò che si possiede finché non lo si è perduto. L’unico meccanismo di base per trasmettere i propri valori e la propria cultura è il desiderio ardente del bambino di restare accanto ai genitori e somigliare loro. Non ne esistono altri.


La conseguenza principale di questa perdita di attaccamento ai genitori e ai più anziani è anche la perdita del contesto appropriato per una sana crescita. L’attaccamento di un bambino ai genitori crea un grembo psicologico necessario per poter dar vita alla personalità e all’individualità. Quando i coetanei sostituiscono i genitori, lo sviluppo dei bambini si arresta: l’orientamento ai pari crea una massa di giovani adulti immaturi, conformisti e inquieti, incapaci di integrarsi nella società corrente. Quello di cui il mondo ha bisogno in questo momento è maturità e capacità di guida; solo un forte attaccamento ad adulti amorevoli e responsabili è in grado di produrre personalità mature e capaci. Per proteggere la cultura, che a sua volta custodirà i legami di attaccamento, dobbiamo diventare consapevoli di ciò che è essenziale, prima che vada perduto.


Il materialismo imperante e le infatuazioni tecnologiche dell’economia globalizzata sono alla base dell’orientamento ai coetanei del mondo anglofono. Se l’Europa vorrà sfuggire a questa maledizione, sarà necessario che protegga con cura l’orientamento agli adulti dei suoi piccoli. La cultura non sarà più sufficiente; ciò che serve ora è una coscienza collettiva della natura e del ruolo dell’attaccamento. Il Vecchio Mondo, con il suo rispetto intuitivo per le culture tradizionali, radicate in solidi attaccamenti fra adulti e bambini, è ora la nostra migliore speranza.