terza parte

Confinati nell’immaturità: come l’orientamento ai coetanei impedisce il sano sviluppo dell’individuo

capitolo x

L'aggressività

Helen, una bambina di nove anni, in piedi di fronte allo specchio, infieriva con le forbici sui suoi riccioli scuri, finché la sua fronte non fu quasi senza capelli. Quando sua madre le domandò, sbalordita e preoccupata, il motivo di quel comportamento, la figlia la insultò urlando e puntandole contro le forbici affilate.


La madre di Emily, una ragazza di quindici anni, la mandò da me per un consulto perché si provocava tagli e ferite. I suoi impulsi aggressivi non erano diretti solo contro se stessa: niente e nessuno sfuggiva al suo sarcasmo furibondo e alla sua ostilità, tranne i suoi amici. Derise persino alcuni titoli della mia libreria e, per quanto trovassi piacevole la sua arguzia e straordinaria la sua intelligenza, era difficile non farsi nauseare dal modo in cui maltrattava i genitori e il fratello più piccolo. Ferocemente critica, sparlava di loro di continuo; la sua ostilità era implacabile.


I genitori di Helen sono miei amici. Negli anni precedenti a questi inattesi scoppi di aggressività della figlia, avevano passato un periodo molto difficile per la loro vita di coppia. Tempo ed energie erano stati assorbiti dai problemi matrimoniali, lasciando che Helen andasse in cerca di contatto emotivo dai coetanei, dove però non ebbe successo.


Come illustra l’esperienza di Emily, anche se Helen avesse raggiunto il suo obiettivo facendosi accettare dai compagni, i suoi bisogni emotivi sarebbero comunque rimasti insoddisfatti. A dieci anni, Emily si era orientata molto ai coetanei come conseguenza della lotta contro il cancro che sua madre aveva dovuto sostenere. Incapace di tollerare la vulnerabilità evocata dalla possibilità di perderla, Emily aveva reagito allontanando da sé la madre. Il vuoto creato dal ritrarsi del suo attaccamento materno era stato riempito con i coetanei, ed essi ora significavano tutto per lei. L’avversione espressa dalle sue azioni, parole e atteggiamenti ne era una conseguenza. Aggredire i membri della famiglia è infatti anch’esso molto tipico dei bambini orientati ai coetanei, e questo ferisce molto genitori e fratelli. In gran parte gli attacchi non sono di natura fisica, ma la violenza verbale e l’ostilità emotiva possono essere estremamente logoranti, dolorose e alienanti.


Oggigiorno l’aggressività è una delle più comuni lamentele da parte di genitori e insegnanti. Era la preoccupazione maggiore dei genitori di Kirsten, Melanie e Sean. Anche se l’aggressività non è sempre in relazione con l’orientamento ai coetanei, più un bambino è orientato ai pari, più è probabile che l’aggressività faccia parte del quadro generale.