I bulli sono sempre esistiti, come sa chiunque abbia familiarità con il personaggio spaccone ma codardo di Flashman, nel classico per ragazzi di epoca vittoriana Tom Brown’s School Days. Tutti noi possiamo ricordare episodi di bullismo nella nostra infanzia, sia che vi partecipassimo, che ne fossimo spettatori, oppure vittime. Malgrado ciò il fenomeno del bullismo ha raggiunto solo di recente proporzioni tali da scatenare un diffuso allarme sociale. Secondo il “New York Times”,
in uno dei più vasti studi mai effettuati sullo sviluppo infantile, i ricercatori dell’U.S. National Institutes of Health hanno riferito che circa un quarto di tutti i bambini delle scuole medie inferiori erano o perpetratori o vittime (e in alcuni casi entrambi) di atti seri e cronici di bullismo; si trattava di comportamenti che includevano minacce, esposizione al ridicolo, offese, pugni e botte, scherno e derisione37.
Oggi è difficile trovare un distretto scolastico in Nord America che non ritenga necessario istituire programmi antibullismo o emettere editti di “tolleranza zero” contro atteggiamenti di bullismo. Tuttavia, le cause del fenomeno sono poco comprese. Le misure proposte per affrontarlo sono prevedibilmente inefficaci poiché, come al solito, tentano di far fronte ai comportamenti anziché alle cause. Nel 2001, ad esempio, il “New York Times” riferiva che, dopo una sparatoria mortale provocata da episodi di bullismo in una scuola superiore a Santee, in California, il Senato dello Stato di Washington emise una legislazione che mirava a stroncare il problema. Secondo il servizio giornalistico,
i sostenitori del disegno di legge dicevano che avrebbe potuto senz’altro aiutare ad evitare altra violenza, ma gli scettici facevano notare che la scuola superiore californiana dove era avvenuta la sparatoria aveva già programmi antibullismo, inclusi provvedimenti per ottenere informazioni anonime su studenti che facevano minacce, e programmi per aiutare i teenager ad andare d’accordo, fra cui uno dal titolo ‘gli insulti feriscono davvero’ 38.
In uno studio menzionato nel capitolo precedente, ricercatori della York University analizzarono videocassette di cinquantatrè episodi di bullismo durante la ricreazione in scuole elementari, e scoprirono che, per più della metà del tempo, gli astanti osservavano passivamente le violenze e gli insulti, mentre quasi per un quarto del tempo alcuni di loro si univano ai maltrattamenti39.