terza parte

Confinati nell’immaturità: come l’orientamento ai coetanei impedisce il sano sviluppo dell’individuo

capitolo xiii

Studenti a cui è
difficile insegnare

Alle elementari Ethan era stato un buon studente, anche se non aveva mai dimostrato un grande interesse. Era piuttosto intelligente e, per quanto non eccellesse, seguiva le direttive di genitori e insegnanti in materia di studio e di comportamento. Gli insegnanti lo trovavano simpatico e piacevole. Quando i suoi genitori vennero da me, quasi alla fine della prima media, la sua accondiscendenza alle aspettative degli adulti era ormai storia passata. Fargli fare i compiti era una battaglia continua, gli insegnanti si lamentavano che non prestava attenzione e non era ricettivo ai loro insegnamenti. Era spesso polemico e insolente, e non rendeva a scuola quanto avrebbe potuto, considerate le sue capacità. Questo mutamento seguiva in parallelo il nuovo coinvolgimento di Ethan con i compagni. Nei mesi precedenti, aveva stretto legami con un compagno dietro l’altro, copiandone i modi di fare e sposandone gli interessi. Se le cose iniziavano ad andare male con uno, si disperava per riuscire a farle funzionare con un altro.


Per Mia, la flessione scolastica aveva avuto inizio un anno prima. Prima della quinta elementare era molto impegnata nello studio, era piena di interesse e faceva molte domande intelligenti. Ora diceva che le materie scolastiche l’annoiavano. I genitori scoprirono, con grande costernazione, che non consegnava alcuni dei compiti assegnati, mentre altri non erano all’altezza dei suoi livelli abituali. Gli insegnanti chiamavano per riferire sia della sua mancanza di attenzione e di motivazione sia del suo incessante chiacchiericcio con gli amici in classe; lamentele a cui i genitori non erano abituati. Quando le parlarono delle loro preoccupazioni, Mia si mostrò disinteressata. I genitori notarono anche che non parlava più dei suoi insegnanti e, se lo faceva, era solo in termini spregiativi. I compiti a casa non erano più una priorità per lei; lo era invece parlare al telefono con gli amici o connettersi con loro via internet. Quando i genitori tentarono di limitare queste attività, oppose resistenza con un’insolenza e un rancore cui non avevano mai assistito in passato.