quarta parte

Come tenersi stretti i propri figli (o come riprenderseli)

capitolo xv

Preservare la forza del legame

La relazione fra genitori e figli è sacra. Dovendo affrontare la sfida della cultura giovanile, abbiamo bisogno di far sì che l’attaccamento dei nostri figli sia forte, e che duri finché ce ne sarà bisogno. Ma come fare?

Mettere la relazione al primo posto

Qualunque siano i problemi e le difficoltà che ci troviamo ad affrontare in qualità di genitori, la nostra relazione con i bambini dovrebbe avere sempre la precedenza su tutto. I bambini non sperimentano le nostre intenzioni, per quanto sincere. Sperimentano, invece, ciò che manifestiamo con i toni e il comportamento. Non possiamo dare per scontato che conoscano le nostre priorità: dobbiamo viverle. Molti bambini per cui i genitori provano un amore incondizionato ricevono invece il messaggio che quest’amore è molto condizionato. “La vera sfida è restare pazienti, aggrapparsi a una visione a lungo termine”, dice Joyce, madre di tre bambini piccoli. “Quando sei di fretta, è difficile ricordare che hai una relazione con una persona, e non stai solo cercando di far uscire qualcuno di casa in dieci minuti. Il problema è che abbiamo i nostri impegni, e a volte consideriamo i figli come degli impedimenti”.


L’accettazione incondizionata è la più difficile da comunicare, proprio quando ce ne sarebbe più bisogno: quando i nostri figli ci hanno deluso, quando hanno offeso i nostri valori o si sono resi odiosi. È appunto in quei momenti che dobbiamo indicare, a parole o a gesti, che il bambino è più importante di quello che fa, che la relazione conta più della condotta o dei conseguimenti. Salvaguardiamo la relazione prima di guardare al comportamento. È quando le cose si fanno più difficili che dovremmo tenerci stretti ai nostri figli il più saldamente possibile; sicché, a loro volta, possano restar saldi accanto a noi. Cercare di disciplinare, di “dare una lezione” quando siamo delusi o pieni di rabbia, rischia di rendere il bambino ansioso nei confronti della relazione. È difficile aspettarsi che egli si aggrappi a un legame a cui, ai suoi occhi, noi non diamo valore. In questi momenti la cosa migliore da fare è chiamare a raccolta le proprie risorse, trattenere le critiche, e rinunciare a imporre qualsivoglia “conseguenza”.


Per alcuni genitori questo modo di relazionarsi appare innaturale. Temono che venga percepito dai figli come un passar sopra alle cattive condotte. Credono che evitare di discutere subito e in modo sistematico del comportamento inappropriato confonda il bambino e comprometta i propri valori. Per quanto sia comprensibile, tale timore è però fuori luogo. Di rado il problema è la confusione: un bambino di solito sa cosa deve fare, ma non può, o non vuole farlo. L’incapacità di solito è un problema di maturità; invece il non volere è, in genere, un problema di attaccamento. È molto più probabile che il bambino sia confuso non su quali siano i valori, bensì sul valore e l’importanza che lui stesso ha per il genitore. Ed è esattamente questo che richiede un chiarimento e un’attestazione; quando diciamo al bambino: “Questa cosa è inaccettabile”, a meno che l’attaccamento non sia sicuro e la connessione profonda, è molto probabile che il bambino senta: “Non le piaccio”, o “Io non sono accettabile perché...”, oppure “Io sono accettabile solo se...”. Quando un bambino sente questo tipo di messaggio, che sia stato in effetti detto oppure no, la relazione è danneggiata. Le basi stesse sulle quali riposa la volontà del bambino di essere buono per noi sono minacciate.


Non compromettiamo i nostri valori se diciamo che il bambino è più importante della sua condotta; piuttosto, in tal modo affermiamo i nostri valori a livello profondo. Scaviamo fino alle fondamenta per dichiarare ciò che è vero. Sfidati a chiarire i propri valori, i genitori, tranne rare eccezioni, si schierano tutti dalla parte del bambino e dell’attaccamento. Il problema è che, di regola, diamo la relazione per scontata. Siamo consci degli altri valori, quelli morali ad esempio, ma non del più fondamentale di tutti, l’attaccamento. Quando interagiamo con i nostri figli, sono questi altri valori che comunichiamo. Solo quando l’attaccamento diviene consapevole, scopriamo la nostra più profonda dedizione: il bambino stesso.