prima parte

il fenomeno dell'orientamento ai coetanei

capitolo iI

Attaccamento sviato
e sovvertimento degli istinti

I genitori di Cynthia, una ragazza di quattordici anni, si sentivano turbati e confusi: per ragioni a loro incomprensibili, nell’ultimo anno il comportamento della figlia era mutato. Sgarbata, taciturna e a volte persino ostile, era cupa e imbronciata con i genitori, mentre appariva incantevole e allegra quando era con gli amici. Aveva una preoccupazione ossessiva per la propria privacy e insisteva nell’affermare che i genitori non dovessero occuparsi della sua vita. Per il padre e la madre era ormai molto difficile parlarle senza sentirsi invadenti e quella figlia, che era stata tanto affettuosa, ora sembrava infastidita dalla loro presenza. Cynthia non apprezzava più i pasti in famiglia e trovava ogni scusa per alzarsi da tavola; era ormai impossibile riuscire a sostenere una conversazione con lei. Gli unici momenti in cui la madre poteva condividere una qualche attività insieme alla figlia erano quando le proponeva di uscire a comprare vestiti; la ragazza che credevano di conoscere si era trasformata in un enigma.


Agli occhi del padre, il nuovo e preoccupante atteggiamento di Cynthia era una mera questione di comportamento: egli desiderava avere consigli su come rimetterla in riga, giacché i metodi abituali per ristabilire la disciplina – sanzioni, uscite negate, confinamenti nella propria stanza – non solo non avevano ottenuto risultati, ma avevano aggravato la situazione. Da parte sua, la madre si sentiva sfruttata e persino maltrattata dalla figlia: le era ormai impossibile comprenderne i comportamenti. Si trattava di una normale ribellione adolescenziale? Ne erano forse responsabili gli ormoni? Bisognava preoccuparsi? Come dovevano reagire?


La causa del comportamento sconcertante di Cynthia diventa però evidente non appena si pensi a una situazione analoga fra adulti; immaginate di vedere un cambiamento improvviso nella persona che amate: non vi guarda più negli occhi, rifiuta il contatto fisico, vi parla a monosillabi e con voce irritata, sfugge ai vostri approcci ed evita la vostra compagnia. Poi immaginate di rivolgervi agli amici per avere un consiglio, e che loro vi dicano: “Hai provato a metterla/o in castigo? Hai imposto dei limiti ed espresso chiaramente ciò che ti aspetti?”; sarebbe chiaro a tutti che, nell’ambito di un rapporto fra adulti, non si tratta di un problema di comportamento, bensì di un problema di relazione. E forse il primo dubbio che vi verrebbe in mente sarebbe che il vostro partner avesse una nuova relazione amorosa.


Ciò che diventa subito evidente nel mondo degli adulti si fa invece molto confuso quando si tratta dei propri figli. Cynthia era presa interamente dai coetanei; la sua ricerca esclusiva di un contatto con essi entrava in concorrenza con l’attaccamento alla famiglia: era come se avesse una nuova relazione amorosa.


L’analogia con una relazione amorosa è calzante sotto vari aspetti, non ultimo il sentimento di frustrazione, dolore, rifiuto e tradimento percepito dai genitori di Cynthia. Gli esseri umani possono sviluppare molti attaccamenti – al lavoro, alla famiglia, agli amici, a una squadra sportiva, a un’icona della cultura, alla religione – ma non possono gestire attaccamenti contrastanti. Nel caso del matrimonio, quando un attaccamento – di qualsiasi natura – interferisce con la vicinanza e l’intimità fra i coniugi, minacciandone l’unione, sarà vissuto con le caratteristiche emotive e affettive tipiche di una nuova relazione amorosa. Il marito che evitasse la moglie e ossessivamente trascorresse le sue ore su internet, evocherebbe in lei sentimenti di abbandono e gelosia. Nella nostra cultura, le relazioni con i coetanei competono con l’attaccamento dei bambini agli adulti. Innocentemente, ma con effetti devastanti, i più giovani sono coinvolti in relazioni amorose d’attaccamento gli uni con gli altri.