Kirsten aveva sette anni quando i genitori vennero da me per un consulto, sconcertati e preoccupati per
l’improvviso cambiamento della figlia. Ella tendeva a fare il contrario di ciò che doveva, ed era molto sgarbata con i genitori, soprattutto quando
era in compagnia dei suoi amici. Il padre e la madre erano perplessi; prima di iniziare la seconda elementare, Kirsten, la più grande di tre sorelle,
era sempre stata amorevole e affettuosa, pronta e collaborativa. “Farle da mamma è stata un’esperienza meravigliosa”, ricordava la madre, ma ora si
mostrava recalcitrante e oppositiva ed era molto difficile trattare con lei. Alzava gli occhi al cielo alla minima richiesta, e tutto finiva sempre in
una battaglia. La madre scoprì un lato di se stessa di cui non sospettava neppure l’esistenza, sorprendendosi arrabbiata e persino furiosa; si era
sentita mentre urlava ed era rimasta scioccata e terrorizzata dalle parole che le erano uscite di bocca. Il padre trovava l’atmosfera così tesa e
l’attrito talmente sfibrante da rifugiarsi sempre più nel lavoro. Come molti genitori nella stessa situazione, ricorrevano in modo sempre più
massiccio ai rimproveri, alle minacce e alle punizioni, senza che ciò potesse servire a qualcosa.
Può stupire sentirsi dire che fare i genitori dovrebbe essere relativamente facile. Fare in modo che i figli prendano le mosse da noi, che seguano le nostre direttive o rispettino i nostri valori non dovrebbe richiedere alcuno sforzo, lotta o coercizione, e neppure il potere extra delle ricompense. Se si rende necessario fare pressioni o adottare tattiche di persuasione, è segno che qualcosa non funziona come dovrebbe. Il padre e la madre di Kirsten erano arrivati al punto di fare affidamento sulla forza perché, senza rendersene conto, avevano perduto il loro potere di genitori.
Quello dei genitori è un lavoro “servo-assistito”, un po’ come i modelli di lusso delle automobili moderne, con servosterzo, alzacristalli e servofreni. In caso di guasto di questi dispositivi, la maggior parte delle auto diventa troppo pesante da manovrare. Anche guidare i bambini quando il nostro potere genitoriale è venuto meno è pressoché impossibile, e tuttavia milioni di genitori tentano di fare esattamente questo. Se però è abbastanza facile trovare un bravo meccanico che ci aiuti con l’automobile, gli esperti, ai quali i genitori fanno presente le proprie difficoltà nel crescere i figli, di rado valutano il problema in modo corretto. Troppo spesso i bambini vengono accusati di essere difficili, o i genitori di essere inetti, o le tecniche genitoriali di essere inadeguate. In generale, né i genitori né i professionisti riconoscono che la radice del problema non è l’inettitudine parentale, bensì la sua impotenza, nel senso letterale della parola, ossia la mancanza di potere sufficiente.
La qualità assente è per l’appunto il potere, non l’amore o la conoscenza, né la dedizione o la capacità. I nostri antenati avevano molto più potere rispetto ai genitori odierni. I nostri nonni esercitavano un’influenza molto maggiore sui figli di quanta non ne avessero su di noi i nostri genitori, o di quanta non ne dimostriamo noi stessi con i nostri bambini. Se questa tendenza non si interrompe, i nostri figli avranno immense difficoltà quando verrà il loro turno di essere genitori: il potere ci sta sfuggendo di mano.