SECONDA parte

Sabotati: come l’orientamento ai coetanei mette a rischio il legame con i genitori.

capitolo V

Da aiuto a ostacolo:
quando l'attaccamento
lavora contro di noi

L’attore Jerry Seinfeld, neopadre a quarantasette anni, ha commentato quanto fosse sconcertante avere accanto un altro essere umano che ti guarda allegramente negli occhi e nello stesso tempo se la fa addosso: “Immaginate un po’, mentre la fa vi guarda dritto negli occhi!”. Ciò che permette al genitore di stare al gioco è l’attaccamento. Dedizione e valori possono fare molto, ma se si trattasse solo di questo, il compito del genitore resterebbe un mero lavoro. Se non fosse per l’attaccamento, molti non sarebbero in grado di cambiare pannolini senza nausearsi, perdonare il sonno interrotto, sopportare i pianti e il chiasso, adempiere a quei compiti per cui non ci sarà apprezzamento né riconoscimento. Né, col passar del tempo, potrebbero tollerare le sfide poste dai comportamenti irritanti e persino odiosi della loro prole.


L’attaccamento, come abbiamo già visto, svolge il suo lavoro restando invisibile. Coloro che grazie al puro istinto hanno creato una buona relazione di attaccamento con i figli saranno genitori efficaci e competenti, pur non avendo mai appreso formalmente neppure una singola “abilità” genitoriale.


Esistono sette modalità significative attraverso le quali l’attaccamento sostiene in modo efficace il lavoro del genitore. Ciò avviene assicurando innanzitutto la dipendenza del bambino al genitore, dipendenza che è la vera sorgente del potere parentale. Purtroppo, quando gli attaccamenti del bambino sono disallineati, queste stesse sette modalità lavorano per indebolire l’autorità del genitore. Il lettore troverà utile far nuovamente riferimento a questo elenco quando dovesse intraprendere il compito di riaffermare la connessione con i propri figli.


Per i genitori che sono ansiosi di avere consigli sul da farsi, ribadisco ancora una volta che una comprensione attenta e sincera dell’attaccamento è il primo requisito. La mia esperienza nel fornire aiuto a migliaia di genitori e bambini mi ha convinto che, se non si comprende perfettamente come e perché le cose non funzionano – e anche il modo in cui invece dovrebbero funzionare –, qualunque tentativo di soluzione, per quanto ben intenzionato, non farà che aggravare il problema.