CAPITOLO XIII

Il recupero del ritardo di crescita dello scheletro
del viso. L'approccio meccanio

Quando spuntano gli incisivi permanenti, il bambino imbocca la strada che lo condurrà verso l’età adulta, inizia a prendere forma la struttura definitiva del viso, della schiena e dell’arco plantare; le ossa si irrigidiranno sempre più e perderanno quella estrema plasticità tipica del bambino piccolo. Rimarchiamo che la forma definitiva del viso (quindi del naso, dei denti, degli zigomi, del profilo ecc.) dipende dal complesso dei movimenti automatici prevalenti della muscolatura interna ed esterna della testa e del collo. Questi muscoli automatici hanno diversi compiti: quelli cui danno la precedenza sono la respirazione e l’espressione delle emozioni.


Se il bambino ha passato i primi cinque anni della sua vita a respirare con la bocca aperta, la forma che prenderà il complesso delle ossa del suo viso sarà molto diversa rispetto a quella che avrebbe avuto se avesse respirato con il naso a bocca chiusa. In particolare è possibile notare un ritardo nello sviluppo della parte naso-mascellare del massiccio facciale: il palato, la base del naso, si presentano sottosviluppati sia in senso frontale (ossia visti da davanti), sia in senso sagittale (ossia visti di profilo).


Gli apparecchi espansori vengono utilizzati dai dentisti proprio per recuperare il ritardo di crescita in senso frontale. Di fatto però questi bambini crescono poco anche sul piano anteroposteriore (ossia osservando il soggetto di profilo), e questo per un effetto dovuto allo stiramento dei tessuti molli. Per respirare meglio, infatti, la testa viene reclinata all’indietro con un accorciamento della cute occipitale per contrazione della muscolatura sottostante, e un allungamento della cute facciale, che ricopre i mascellari. L’allungamento di questo tratto della cute determina anche una compressione modesta dello scheletro della faccia, inducendo un rallentamento o addirittura una vera e propria inibizione della crescita in senso anteroposteriore dello scheletro facciale. Ecco che la modifica dello stato di stiramento della cute che ricopre i mascellari, attraverso l’uso di apparecchi propulsori mandibolari, la tecnica del cerotto o, semplicemente, l’acquisizione dell’abitudine a respirare col naso a bocca chiusa, fa ripartire la crescita anteroposteriore dello scheletro facciale nei bambini respiratori orali, normalizzandone l’estetica del profilo e aumentandone la profondità. Moltissimi di questi bambini, non avendo potuto completare in modo opportuno l’esperienza dell’allattamento materno, imparano a utilizzare dei surrogati emotivo-muscolari, che possono essere il ciuccio, il dito, ma soprattutto il labbro. Il succhiamento del labbro, che è il corrispettivo labiale del prolasso linguale, è il marchio dell’insufficienza qualitativo-quantitativa dell’esperienza dell’allattamento materno e, almeno qui in Italia, si accompagna alle malocclusioni più frequenti.