Fino agli anni Settanta del Novecento la popolazione italiana viveva ancora, tutto sommato, seguendo i ritmi della tradizione, in particolare nelle piccole comunità rurali del Centro-Sud. La gente era molto ancorata alle abitudini domestiche tramandate da generazioni: all’ora di pranzo e di cena, e nei giorni di festa, tutti i negozi e le attività lavorative venivano sospese e si andava a casa a mangiare; non era diffuso il tempo pieno a scuola sicché solo pochi bambini frequentavano il “doposcuola”; le donne in molti casi lavoravano a casa propria, dove si producevano ancora pane e conserve per l’inverno. Anche se ci si stava avviando con rapidità verso uno stile di vita del tutto diverso, i ritmi erano molto meno frenetici.
Di conseguenza, anche i bambini erano diversi. Meno spigliati, forse, ma più spontanei. E più sani. Nella mia classe di 23 bambini una sola era obesa.
Ricordo che una volta mi è capitata fra le mani una foto che ritraeva la classe elementare di mio padre, all’inizio degli anni Cinquanta. Una classe numerosa, almeno una trentina di bambini: non si vedeva neppure un obeso. A ben guardare, dalla foto traspariva una realtà per la quale essere obesi sembrava addirittura impossibile.
E non c’era neppure un bambino che respirasse a bocca aperta.
Nella mia classe elementare degli anni Settanta i bambini a bocca aperta erano così pochi (solo quattro) da essere notati con facilità e addirittura identificati come in qualche modo “diversi”. In effetti, erano più agitati o più “letargici” degli altri, e comunque bisognava spiegar loro le cose più di una volta perché per qualche motivo mostravano di non afferrare subito ciò che veniva loro detto.
Nella provincia di Cosenza, la parola “vuccapiertu” (alla lettera “individuo a bocca aperta”) era di solito usata per indicare lo scemo del paese. Questo perché, in un momento storico e in una regione geografica dove tutte le persone respirano di norma a bocca chiusa, l’unico che respiri a bocca aperta, e si dimostri anche meno “brillante” dei suoi coetanei, non può che essere identificato come diverso e, forse, come non sano.
La diversità non consiste solo nella bocca che dovrebbe stare chiusa. Piuttosto, il fatto che la bocca stia aperta ci avverte, ci avvisa che nel metabolismo di quella persona qualcosa si è alterato, o meglio si è adattato per sopravvivere a un ambiente che lo ha costretto a reagire così.
La bocca aperta è un indicatore precoce di metabolismo alterato.