CAPITOLO VI

Il fallimento dell'ostetricia moderna

È universalmente riconosciuto che uno dei principali fattori che complicano il parto, e che pertanto incrementano la mortalità materna e infantile, è l’incapacità degli ostetrici di osservare e consentire lo svolgimento naturale del parto senza interferenze. Possono essere causate da un eccesso di zelo o di ansia frutto dell’ignoranza, ma è indubbio che le interferenze continuano a essere uno dei maggiori pericoli per la madre e il bambino durante il parto.
GRANTLY DICK-READ
Childbirth Without Fear 1933

I progressi scientifici del XX secolo hanno prodotto un effetto paradossale sulla salute delle madri occidentali. Da un lato la mortalità materno-infantile è diminuita raggiungendo valori bassissimi. Dall’altro è quasi impossibile che una madre e il suo bambino escano indenni dal parto. Il fatto che una donna dia alla luce senza nemmeno un graffio è un evento alquanto eccezionale. Nei più prestigiosi ospedali del mondo occidentale, quasi tutte le donne escono dalla sala parto con un taglio nella vagina più o meno grande, oppure sull’addome. Inoltre molte di esse non riescono nell’intento di allattare il proprio figlio per colpa delle pratiche ospedaliere che ostacolano l’inizio dell’allattamento. Le madri che hanno avuto un parto gioioso, che non hanno avuto bisogno nemmeno di un punto di sutura, i cui bambini non hanno subìto pratiche di rianimazione e che inoltre hanno potuto allattare sin dal primo momento, sono una infima minoranza.


Esiste una legione di donne che esce dal parto con punti nella vagina o ferite nell’addome, con bambini che hanno subìto pratiche di rianimazione oppure non hanno potuto avere una madre in piena forma nei loro primi giorni di vita e che, sin da subito, hanno dovuto optare per un allattamento misto o artificiale.


L’epidemia di “innecesarei” è il riflesso più evidente del fallimento dell’ostetricia moderna. Il cesareo, l’intervento principe dell’ostetricia moderna, il vero salvavita per i casi più gravi, quello che probabilmente potrebbe essere considerato il maggior successo della chirurgia moderna, si è trasformato a sua volta nella più grave aggressione per le madri e i bambini quando viene praticato in modo indiscriminato e senza motivo, o quando diventa tristemente l’unica opzione per risolvere i danni prodotti dall’uso generalizzato di altre tecniche ostetriche (induzione, rottura artificiale del sacco, stimolazione sistematica con ossitocina, monitoraggio elettronico fetale continuo) che dovrebbero essere impiegate solamente nella minoranza dei casi.


In questo modo il cesareo, un’operazione di chirurgia maggiore, è diventato una questione primaria relativa alla salute delle madri, che sono per la maggior parte persone giovani e sane. È oggetto di numerosi dibattiti etici, che vanno dalle posizioni che ritengono i cesarei inutili una forma di violenza contro la donna, fino a quelle che difendono il diritto della donna a richiedere l’intervento anche quando non è assolutamente indispensabile, nonostante i rischi superino ampiamente quelli del parto vaginale.