Conclusioni

Signore, dammi il coraggio di cambiare ciò che posso cambiare, la forza di accettare ciò che non posso cambiare, e la saggezza di riconoscere la differenza.
Anonimo

Coraggio, forza e saggezza sono le risorse da mettere in gioco quando si ha a che fare con i propri limiti, e con la difficoltà di gestire quelli dei nostri figli. Soprattutto per chi, come l’ipersensibile, tende inconsapevolmente a un ideale “senza limiti” di sé, e non tollera l’idea di poter sbagliare in qualcosa, non essere al meglio in tutto, non avere tempo e spazio per tutto. Il limite umano è qualcosa che alcuni uomini tendono a voler superare, dall’antichità. Mi torna in mente Ulisse, e le porte ai confini del mondo, e il tema antico di voler “sfidare gli Dei”. Ma gli Dei che vogliamo sfidare siamo noi, o meglio, la versione ideale di noi stessi, e ci mettiamo continuamente alla prova speranzosi di poterla raggiungere appieno. Ma non è mai così. Per fortuna. Perché accettare di avere dei limiti dà già di per sé un grande senso di liberazione interiore. Ed è la sfida e l’augurio più grande che posso fare a tutti voi, come ipersensibili, come genitori, come educatori o professionisti dell’infanzia, che possiate fare tesoro di tutto ciò che leggete, ascoltate, imparate, con grande apertura ma anche con accettazione del nostro limite imperfetto. Essere la migliore versione di noi stessi per come si può, tentare e ritentare ancora per trovare nuove strategie e soluzioni, senza mai farsi abbattere dalla colpa o dall’inadeguatezza, sereni pur senza mai raggiungere un punto di arrivo definitivo.


I vostri bambini ipersensibili hanno bisogno che voi lavoriate sui vostri limiti per come siete, perché possiate accettare loro per come sono, più di ogni altra cosa.


Bisogna essere molto pazienti – rispose la volpe – In principio tu ti siederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ più vicino… Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi, alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti. Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato”.


Il piccolo principe

Buon viaggio!