capitolo v

Entusiasmo

Ci sono altre similitudini tra l’industrializzazione dell’agricoltura e dell’allevamento e quella della nascita. Una di queste è il fatto che ogni nuovo episodio della loro rapida storia è stato accolto con entusiasmo.

Agricoltori ed economisti entusiasti

L’entusiasmo collettivo per l’industrializzazione dell’agricoltura era comprensibile. Dobbiamo ricordare che oggi le risorse planetarie devono nutrire sei miliardi di esseri umani, e si è in diritto di pensare che ciò sarebbe impossibile con i metodi tradizionali.


Gli agricoltori hanno espresso il loro entusiasmo in fasi diverse del processo di industrializzazione. Nel passato la manodopera rappresentava uno dei più pesanti carichi finanziari, quindi era naturale che le macchine sarebbero state accolte con entusiasmo. Pensiamo ad esempio ai coltivatori di cotone: in un recente passato, per loro, le uscite maggiori erano rappresentate dal controllo delle erbe infestanti, che veniva effettuato a mano. Gli erbicidi, in pochissimo tempo, hanno ridotto drasticamente i costi. Potremmo fare considerazioni simili riguardo ad altri aspetti dell’agricoltura, se pensiamo all’introduzione di insetticidi, fungicidi e fertilizzanti convenienti ed efficaci. I benefici dell’industrializzazione appaiono ancora più impressionanti se si considerano particolari aspetti dell’allevamento. Un allevatore americano non molto anziano ricorda che, quando divenne produttore caseario, una buona vacca da latte produceva circa 16 litri di latte al giorno. Oggi le sue bestie migliori possono arrivare fino a 60 litri al giorno, grazie agli integratori proteici che si possono ricavare da quasi ogni tipo di materiale organico, come mais, soia e scarti animali.


Anche i vantaggi dell’allevamento selettivo sono ovvi. Questo significa, per esempio, che mentre alcuni capi vengono selezionati per produrre più latte possibile, altri sono allevati allo scopo di aumentare al massimo la produzione di carne. Gli allevatori hanno imparato che, aggiungendo alla dieta degli animali in crescita alcuni antibiotici come la tetraciclina o la penicillina, viene prodotta carne più velocemente e in quantità maggiore e, allo stesso tempo, la mortalità diminuisce. La produttività è ancora migliore se gli animali ricevono un trattamento a base di varie combinazioni di ormoni, tra cui estrogeni, progesterone e testosterone. Molti allevatori sono convinti che l’allevamento industriale, che implica anche l’alloggiamento degli animali in compartimenti di dimensioni ridotte, li aiuta a prendersi cura in modo attento del loro bestiame, e che i costi di produzione salirebbero vertiginosamente se questo sistema dovesse essere abbandonato.


Il grande pubblico dunque ha seri motivi per essere grato all’industrializzazione dell’allevamento. Potremmo moltiplicare gli esempi, come il fatto che molte donne a causa delle carenze alimentari avevano la pelvi malformata, e per questo motivo il travaglio poteva essere doloroso e pericoloso. Fino a poco tempo fa, la maggior parte delle persone non riusciva a garantirsi un buon apporto di vitamina C per tutto l’anno. Oggi, in qualsiasi stagione, sugli scaffali del nostro supermercato possiamo trovare limoni, arance ed altri frutti ricchi di questa vitamina essenziale, che il corpo umano da solo non riesce a sintetizzare. Non molto tempo fa il salmone affumicato era un lusso, mentre oggi è alla portata di tutte le tasche. È grazie ai vari aspetti dell’agricoltura industriale che abbiamo accesso a un’enorme varietà di cibi nella nostra vita quotidiana. Le implicazioni sulla salute sono enormi, ma facilmente ignorate o sottovalutate. La diversificazione della dieta è probabilmente uno dei fattori principali che spiegano l’impressionante incremento delle aspettative di vita nei Paesi ricchi, ed ancor più delle aspettative di una vita sana, cioè la tendenza a rimanere in salute in età sempre più avanzata. La varietà è poi uno degli elementi che spiega il graduale incremento dell’altezza media di uomini e donne nel ventesimo secolo.


Durante il ventesimo secolo i benefici derivanti dall’industrializzazione dell’agricoltura sono stati enormi sul piano della salute pubblica, e probabilmente sottostimati. Le relazioni di causa-effetto non sono sempre facili da dimostrare. Comunque, molti fenomeni osservati durante gli scorsi venti-trent’anni sono difficili da interpretare, senza fare riferimento alla diversificazione dell’alimentazione che caratterizza la nostra epoca. Un esempio tipico è offerto da uno studio sulle fluttuazioni dell’incidenza dei difetti del tubo neurale, ovvero le anomalie del tipo della spina bifida. Negli anni ’90 tutti abbiamo sentito dire che il modo migliore per ridurre questo rischio è l’assunzione di un supplemento di acido folico nel periodo attorno al concepimento. Le più prestigiose riviste mediche, il “Lancet” ed il “New England Journal of Medicine”, pubblicarono i loro convincenti studi nel 1991 e nel 1992, e a questi seguirono intense campagne di salute pubblica. Comunque, secondo i dati della British Isles Network of Congenital Anomaly Registers (l’ufficio inglese dove vengono registrati i dati sulle malattie congenite), fu tra il 1980 ed il 1985 che si registrò un calo rapido e significativo nell’incidenza dei difetti del tubo neurale. Le campagne di salute pubblica non ebbero effetti sul grafico, che rimase perfettamente piatto dopo il 1985. La domanda che ci poniamo è: cosa accadde tra il 1980 ed il 1985? Era il periodo in cui si svilupparono i supermercati europei. Questo implicò il facile accesso ad una gran varietà di cibi. Esistono forti legami tra la grande distribuzione alimentare e l’industrializzazione dell’allevamento e dell’agricoltura. Gli esseri umani del ventesimo secolo hanno molte ragioni per sottolinearne i vantaggi.