Movimenti per l’agricoltura biologica e biodinamica
Nel corso del ventesimo secolo alcuni movimenti hanno promosso pratiche alternative all’agricoltura industrializzata. Sono sempre esistite delle piccole
associazioni di base a livello locale. Nelle aree rurali di un Paese come la Francia, esse giocano un ruolo importante nel mantenere vivo nella
popolazione locale un atteggiamento critico sui vari aspetti dell’agricoltura industriale. Gli obiettivi di queste associazioni sono strettamente
limitati ad una particolare area geografica, ad esempio si chiamano Agro-bio Poitou-Charentes oppure Allier-bio o
Confederations del Groupes del Agrobiologistes de Bourgogne o Groupement del Agriculteurs biologistes de Touraine etc… Esiste, d’altra
parte, un numero ristretto di grandi organizzazioni che operano a livello nazionale ed internazionale.
Dal punto di vista storico, la prima organizzazione di vasta portata è stata senza dubbio la
Biodinamic Farming and Gardening Association (letteralmente: Associazione per l’agricoltura e l’orticoltura biodinamiche), nata negli Stati
Uniti nel 1938 per promuovere, guidare e salvaguardare il metodo dell’agricoltura biodinamica. Questo movimento è rimasto all’avanguardia per due terzi
di secolo per diverse ragioni. La prima ragione è che si tratta di un movimento essenzialmente costruttivo, piuttosto che limitato alla semplice critica
dei vari aspetti dell’agricoltura industriale: si può dire che il movimento biodinamico abbia trasceso le varie fasi della storia dell’agricoltura
industriale, perché i suoi sono obiettivi positivi – imparare a lavorare insieme alle “forze benefiche della natura”. La seconda ragione è che
l’Associazione segue molte attività differenti: conferenze, laboratori, seminari e progetti di ricerca. In più pubblica “Biodynamics” la più antica
rivista americana di agricoltura e orticoltura biologiche. Gioca inoltre un ruolo importante nel fornire consulenze ai coltivatori. Offre sostegno alle
associazioni rurali locali e possiede un data-base di fattorie CSA [da Community Supported Agricolture, una forma di organizzazione in cui i
consumatori partecipano al sostegno economico delle aziende agricole e ne condividono i raccolti, N.d.T]. È associata a istituzioni più formali
di ricerca e formazione, come il Josephine Porter Institute, che produce e distribuisce preparati biodinamici, e l’associazione
Demeter, che certifica le fattorie biodinamiche. Il movimento biodinamico ha ramificazioni in moltissimi Paesi.
Il movimento per l’agricoltura biologica prese avvio negli Stati Uniti durante la Prima Guerra Mondiale. Fu proprio negli anni della guerra che negli
Stati Uniti l’agricoltura divenne altamente industrializzata, con l’uso di sostanze chimiche, la diffusione della meccanizzazione e delle monocolture
per aumentare velocemente la produzione e fornire cibo all’Europa straziata dalla guerra. Il movimento per il biologico apparve come una reazione
immediata e urgente all’esplosivo sviluppo dell’agricoltura industriale. Il nuovo significato della parola organic (biologico, organico) iniziò
ad essere diffuso dal 1942, anno in cui Jerome Rodale lanciò la rivista “Organic Farming and Gardening” (abbreviato poi in “Organic Gardening”).
Subito dopo la guerra, nel 1946, si tenne nel Regno Unito l’incontro inaugurale della Soil Association (Associazione per il suolo). Il libro di
Eve Balfour The Living Soil (Il suolo vivente) ebbe un ruolo determinante nel riunire coloro che fondarono l’associazione. Eve Balfour aveva
incontrato sia Howard che McCarrison, e ne era profondamente influenzata. L’obiettivo dell’associazione era triplice: aspirava da un lato a riunire
tutti coloro che lavoravano per una migliore comprensione delle relazioni vitali fra terreno, piante, animali e uomo; si proponeva poi di ispirare,
coordinare e sostenere progetti di ricerca in questo settore; ambiva infine a raccogliere e diffondere le conoscenze acquisite, in modo da favorire la
creazione di un’opinione pubblica informata. Per questo motivo, fu creato Mother Earth (Madre Terra) il giornale dell’associazione, che nel
1953 contava 3.000 abbonati in tutto il mondo.
Il dopoguerra fu anche il periodo in cui aumentò in maniera esponenziale la produzione statunitense di sostanze chimiche usate in agricoltura. Nel 1960,
gli agricoltori spruzzarono sui loro raccolti qualcosa come 150.000 tonnellate di pesticidi, progressivamente imitati dai loro colleghi europei. La
situazione era matura perché per una certa parte della popolazione, fra cui un ristretto numero di agricoltori, iniziasse una nuova fase di
consapevolezza. Le piccole associazioni di base si moltiplicarono. La crescente reazione contro l’industrializzazione prese forza nel 1962, anno in cui
apparve sugli scaffali delle librerie Silent Spring (Primavera silenziosa) di Rachel Carson. L’effetto fu sensazionale. Questo libro offriva
per la prima volta un’immagine disastrosa del diffuso degrado ecologico. Metteva l’accento sulla pericolosità di veleni come insetticidi, erbicidi e
altri prodotti comunemente usati, come anche quella legata all’uso dei fertilizzanti, pratica che provoca l’introduzione di pericolose sostanze chimiche
nella catena alimentare. Rachel Carson intuì che queste sostanze chimiche erano più pericolose delle stesse radiazioni, e sottolineò che, per la prima
volta nella loro storia, gli esseri umani erano esposti a sostanze chimiche sintetiche che sarebbero rimaste nel loro corpo per tutta la vita, dalla
nascita alla morte. Il libro, corredato da una ricca documentazione, aprì gli occhi a molte persone sui pericoli legati all’industrializzazione
dell’agricoltura.
Verso il 1970, quando ormai in tutto il mondo si moltiplicavano le piccole associazioni, un gruppetto di perspicaci e motivati pionieri avvertì la
necessità di strutturare il mondo dell’agricoltura biologica. La creazione dell’IFOAM (International Federation of Organic Agriculture Movements,
Federazione Internazionale dei Movimenti per l’Agricoltura Biologica) fu opera di un piccolo numero di amici convinti e pragmatici, come Roland
Chevriot, Mary Langman, Karin Mundt, Claude Aubert, Denis Bourgeois… Uno dei loro primi obiettivi fu quello di pubblicare le basi e i princìpi
dell’agricoltura biologica. La necessità di un’organizzazione simile fu dimostrata dal suo spettacolare sviluppo, illustrato in modo eloquente dalle
cifre. Quando nacque, la federazione era formata da cinque associazioni affiliate. Nel 1984, all’assemblea generale di Witzenhausen, in Germania, erano
presenti circa un centinaio di associazioni provenienti da circa 50 Paesi, in rappresentanza di 100.000 individui.
All’inizio degli anni ’90, si sarebbe potuto pensare che il movimento per l’agricoltura biologica avesse raggiunto i propri obiettivi principali. Nel
1992, infatti, l’Unione Europea approvò i primi regolamenti ufficiali circa i requisiti standard della produzione biologica. Nello stesso anno, gli
occhi di tutto il mondo erano puntati su Rio, in Brasile, dove si tenne la Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo dell’Ambiente (UNCED, da
United Nations Conference on Environment Development). L’IFOAM vi fu attivamente presente, sostenendo la causa dell’agricoltura biologica. Dopo
Rio, l’IFOAM organizzò a San Paolo la sua prima conferenza internazionale importante sui problemi dell’ambiente. Fu in questa occasione che il coro
dell’UNO (United Nation of Organic, Nazioni Unite del Biologico) presentò fra l’entusiasmo generale il suo inno, sull’aria di
Auld Lang Syne. Ogni tentativo di tradurlo, ne altera purtroppo la natura:
In tutto il mondo c’è il bisogno
di un cambiamento drastico
una scelta di vita, una scelta di salute
e di più ampio respiro ancora
Cantiamo al terreno vivente
L’orgoglio dell’agricoltore biologico
L’IFOAM ci unisce tutti
Per conseguire in tutto il mondo il nostro obiettivo
Raggruppano i greggi, seminano le messi
Non nutrono solo gli uomini
Ma anche acqua, terra ed aria
Così cantiamo al terreno vivente
L’orgoglio dell’agricoltore biologico
L’IFOAM ci unisce tutti
Per conseguire in tutto il mondo il nostro obiettivo
Possano i nostri figli, e i loro figli
Vivere su una terra più verde
Loro erediteranno ogni nostra azione
Ecco perché ne vale la pena
Così cantiamo al terreno vivente
L’orgoglio dell’agricoltore biologico
Uniamo le mani e sia benedetto il nostro lavoro
Per conseguire in tutto il mondo il nostro obiettivo.
Le parole di questo inno indicano chiaramente che la principale preoccupazione dei membri dell’IFOAM riguardava il futuro dell’Umanità, il loro
interesse non si limitava alla loro stessa salute o a quella delle loro famiglie.
Nonostante tutti i successi, la missione dell’IFOAM non si è conclusa negli anni ’90: alcuni avvenimenti nuovi imposero vigilanza, il che spiega il
sorgere improvviso degli ultimi movimenti a favore del biologico, al volgere del secolo.
Il Keep Organic Organic Movement (“Manteniamo biologico il biologico”) sorse nel 1998, quando l’USDA (Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati
Uniti) rivelò i suoi progetti di consentire l’uso del marchio biologico anche per gli alimenti geneticamente modificati, quelli irradiati e quelli
coltivati nei fanghi dei liquami. Nel 1999, dopo essere stato sommerso dalle proteste di 275.000 cittadini infuriati, l’USDA venne obbligato a
modificare nuovamente il regolamento. Le norme così approvate recepirono tutte le richieste dei difensori del biologico, ufficializzando persino
l’incompatibilità fra l’uso di ormoni e antibiotici nell’allevamento e la produzione di carne e latticini biologici. Vennero accreditati enti
certificatori che usavano criteri più severi rispetto a quelli dell’USDA.
L’approvazione di queste ultime normative coincise con una fase di costante crescita della vendita di alimenti biologici. Esse sono parte integrante di
una nuova consapevolezza collettiva. Oggi la priorità non è più quella di promuovere il biologico, quanto quella di mantenere la vigilanza. Il passaggio
dall’agricoltura industrializzata a quella biologica non può compiersi dall’oggi al domani. Ad esempio vale la pena ricordare che, secondo i regolamenti
europei, non c’è incompatibilità fra certificazione biologica e uso di solfato di rame per combattere malattie come la ruggine delle patate, sebbene
questo veleno uccida i lombrichi e abbia causato disturbi ai polmoni nei viticoltori. Fra le altre sostanze approvate dai regolamenti europei troviamo
il rotenone, principio attivo estratto dalla pianta tropicale Derris, il cui uso è associato al Morbo di Parkinson. Oggi la priorità è quindi
quella di vigilare affinché il biologico rimanga veramente tale.