capitolo iv

Quando e come allattare

Caro Andrea,

fino a qualche anno fa si parlava di “allattamento a richiesta” e di “allattamento a orario fisso” come se si trattasse di opzioni, tipo pesce o carne, vacanza al mare o in montagna. Chiariamo subito che seguire un orario rigido è davvero inopportuno, nel senso che non può funzionare un allattamento che segue l’orologio che tieni al polso rispetto all’orologio collocato nella testa di Federico; quest’ultimo timer è legato alla fame e alla sete, che a loro volta sono collegati ai livelli di zuccheri e di sali presenti nel sangue. Il bambino inoltre può decidere di succhiare per il bisogno di consolarsi e rilassarsi, e superare così situazioni di stress o di disturbo. Nella grande maggioranza dei casi i neonati si autoregolano, e solo raramente rischiano di alimentarsi in eccesso.


È utile e sano che Federico possa succhiare liberamente quando ritiene di averne bisogno; non occorre osservare un intervallo minimo tra una poppata e l’altra. Come abbiamo già visto, può servire invece definire un intervallo massimo, in particolare nelle prime due settimane, periodo nel quale al seno serve una stimolazione frequente e il bambino deve contenere il calo fisiologico entro il 10% del peso della nascita. Tieni presente che molti bambini amano succhiare per brevi periodi molto frequentemente, altri invece diradano le poppate facendole durare più a lungo. Anche il passaggio a entrambi i seni non è obbligatorio: qualcuno preferisce usarne soltanto uno (e alla poppata successiva la mamma lo alternerà), ad altri piace proseguire la poppata passando al secondo seno, magari dopo una breve pausa contemplativa.


Ci sono neonati che hanno preferenza per un solo seno (di solito il sinistro); non è un problema perché la stimolazione ormonale agisce su entrambi, bisogna soltanto evitare un ingorgo nel seno meno utilizzato (ci sono comunque posizioni che favoriscono l’accettazione anche del seno meno amato, come quella a “rugby” che trovi illustrata nella figura 3 di pag. 23). Questa descrizione può far sembrare l’allattamento una pratica anarchica, in realtà è tutto regolato da ancestrali meccanismi biologici; pensa che durante l’estate, quando c’è molto caldo, il neonato modifica spontaneamente il suo ritmo alimentare poppando più frequentemente e per tempi più brevi, in questo modo assume maggiori quantità del “primo” latte, quello meno grasso e più dissetante, compensando così le perdite di sudore, e rinunciando ad assumere un eccesso di calorie. È un miracolo? No, è la natura che non può sbagliare, a meno che non siamo noi, con i nostri schemi, a confonderla.


Ho qualche altra informazione che potrebbe servirti e convincerti che le richieste di Federico sono (quasi sempre) indiscutibili e da accogliere senza troppe esitazioni. Durante la vita nella pancia di Luisa il suo intestino è rimasto immobile per tutto il tempo. Solo dopo la nascita, a seguito delle prime poppate, ha iniziato un’intensa attività. Per le prime settimane questa nuova funzione ha rappresentato per Federico un serio problema, un incomprensibile fastidio; adesso, per liberarsi da feci, e soprattutto da aria, il suo istinto gli suggerisce di succhiare: esiste infatti un ancestrale riflesso (è stato chiamato “gastro-colico”) che al riempirsi dello stomaco provoca l’apertura dello sfintere anale liberando l’ultimo tratto di intestino. È quindi possibile che Federico richieda di poppare anche soltanto per scaricarsi: come vedi è meglio evitare orari rigidi del tutto esterni ed estranei a lui e ai suoi bisogni.


Non esiste una sola posizione giusta per allattare, anche se alcune sono considerate più comode e altre meno. Ogni mamma e ogni bambino con un po’ di pazienza possono trovare la loro posizione preferita, che magari dopo qualche settimana verrà cambiata, con il consenso di entrambi. Si può allattare sdraiati su un fianco o in poltrona o in piedi con il bambino alloggiato in una fascia: la cosa importante è che la mamma sia comoda (certe poppate durano a lungo e una posizione scomoda può provocare dolori alla schiena o alle spalle). Soltanto nel caso di problemi del seno (soprattutto le ragadi) si cercherà di correggere eventuali posizioni irregolari, ma se tutto procede bene la libertà di mamma e bambino è da salvaguardare e da proteggere da prescrizioni rigide.