capitolo viii

Problemi del seno

Caro Andrea,

è meglio che tu sappia che non tutti gli allattamenti sono semplici e piacevoli. Come abbiamo già detto, si tratta di un atto naturale antico quanto l’uomo (anzi, la donna), ciononostante ogni tanto assistiamo a situazioni difficili nelle quali l’allattamento è doloroso e problematico, al punto da provocarne la sospensione e il fallimento. In alcuni casi occorre un aiuto professionale esperto per la risoluzione del problema, in altre situazioni invece possono bastare semplici avvertenze per superare la difficoltà e procedere oltre.


Cercherò di descrivere le problematiche più semplici per “aiutarti ad aiutare” o anche soltanto per informarti dell’esistenza di queste situazioni. Il disturbo più semplice è la dolorabilità ai capezzoli, piuttosto frequente nei primi giorni, soprattutto al primo allattamento e nelle mamme con pelle sensibile e delicata. In questo caso bisogna verificare che il bambino sia attaccato correttamente e succhi in maniera adeguata: per questo è utile l’occhio esperto di una ostetrica o di un operatore competente. Un capezzolo sensibile comporta un dolore contenuto e transitorio (alcuni minuti), se persiste a lungo durante tutto il tempo della poppata c’è il rischio che si formino le ragadi.


Le ragadi di solito sono ben visibili e sanguinanti, più raramente sono interne, provocano sempre un intenso dolore. È ovviamente possibile farle guarire, ma occorre tempo e comunque pazienza, molto meglio provare a prevenirle. Alcuni suggerimenti per evitarle:

  • curare bene l’attacco (bocca e posizione del corpo);

  • proporre il seno al bambino quando non è troppo arrabbiato, quindi ai primi segni di fame (movimento della bocca e della testa, allerta e ricerca, mano in bocca);

  • attendere che il bambino apra spontaneamente la bocca (come quando sbadiglia);

  • fare in modo che il capezzolo entri in profondità nella bocca, evitando una suzione “di punta”;

  • evitare di indebolire la pelle con saponi o con l’umidità;

  • mantenere il seno asciutto e se occorre scoperto (all’aria);

  • lasciare assorbire sul capezzolo gocce di latte o di colostro;

  • variare le posizioni di attacco.

Ricordati che il rischio di ragadi è maggiore nei primi giorni, soprattutto dopo un parto cesareo. Nelle settimane e nei mesi successivi al parto è invece più facile che possa comparire un ingorgo, cioè il seno molto gonfio e duro, che blocca la produzione di latte e non riesce a svuotarsi neppure durante la poppata. Potrebbe succedere nel caso in cui Federico resti diverse ore senza poppare (oltre le 5-6 ore) oppure se Luisa inizia a produrre più latte di quanto è necessario (anche se normalmente il seno riconosce il fabbisogno del bambino e si regola bloccando la sua produzione attraverso un meccanismo ormonale interno). In questi casi può essere utile massaggiare il seno e applicare impacchi tiepidi per 5-6 minuti (pezzuole, doccetta o immersione in una bacinella), quindi procedere con spremitura manuale o con tiralatte.


È importante proseguire con le poppate, perché non c’è miglior “tiralatte” del bambino. Per sgorgare un seno troppo pieno è piuttosto efficace un sistema semplice e artigianale denominato della “bottiglia calda” (trovi la spiegazione nella scheda specifica a pag. 50).