La presenza del neonato, che esprime quello che prova in modo diretto e intenso, facilmente mette in subbuglio i
genitori e risveglia in loro emozioni rimosse e esperienze dolorose. In questi momenti, che beninteso si presentano anche quando la relazione di legame è
ben regolata, c’è il rischio che i genitori proiettino sul bambino le loro emozioni rimosse, e quindi non accessibili, di cui non sono coscienti. Tutto
d’un tratto cambia la loro percezione del bambino, che diventa pericoloso, ingrato o aggressivo. Spesso non sono consapevoli del fatto che
nell’interazione con il neonato rivivono le loro vecchie esperienze di legame, in cui hanno avuto molta paura e si sono sentiti sopraffatti. In tal caso,
a livello inconscio, il bambino diventa il sostituito di uno specifico partner di relazione (spesso la madre o il padre), che nella loro storia ha avuto a
suo tempo un ruolo importante nelle esperienze traumatiche vissute, per esempio, al momento della nascita, in occasione di una separazione prematura o di
conflitti familiari.