Neurofisiologia del legame
Il bambino appena nato ha bisogno di un luogo sicuro, per affrontare le complesse interrelazioni di questo mondo.
Paragonato ad altri esseri viventi, il suo equipaggiamento di comportamenti istintivi è piuttosto limitato, se non altro è insufficiente per cavarsela
da subito con le proprie forze nell’ambiente che lo circonda. Il cucciolo umano necessita di una relazione stabile e fidata con una o più persone
empatiche, per poter autoregolare il proprio comportamento in base alle sue necessità.
Oggi sappiamo che dispone di tutto ciò che serve a comunicare direttamente alla nascita con un’altra persona nella sua “nicchia” ecologica: vede nitido
da vicino, sente l’odore del seno materno e il battito del suo cuore, di cui conserva il ricordo. La natura ha predisposto tutto in dettaglio affinché
questo primo incontro possa funzionare. Cosa succede invece se le condizioni non corrispondono alle aspettative filogenetiche del bambino? Qual è la
risposta fisiologica di un bambino appena nato, se la sua necessità di essere al sicuro in braccio non è sufficientemente soddisfatta? Per poter
rispondere, in questo capitolo rivolgiamo lo sguardo alle basi neurovegetative della prima relazione tra genitori e figlio. Ci interessa particolarmente
come viene modulato e regolato nel profondo dell’organismo il comportamento istintivo di genitori e bambino. Dato che i metodi del PSE mirano
specificatamente proprio alle basi vegetative della capacità di relazione, vale la pena soffermarsi sulle funzioni del sistema nervoso autonomo.
Quando vi alzate la mattina, pensate a come batte il vostro cuore? Oppure, prima di andare al bagno, controllate come state respirando? E quell’occhiata
alla quantità di saliva in bocca, la date? Be’, se la mattina state bene e i parametri fisiologici sono nella norma, probabilmente non penserete affatto
a nulla di tutto questo. C’è proprio da rallegrarsi che il cervello ci risparmia questo lavoro! Io almeno sono felice di non dovermi preoccupare ogni
mattina della respirazione, della dilatazione delle pupille e della secrezione ottimale dei succhi gastrici. Il mio cervello - e anche a voi deve
succedere lo stesso - è libero per la normale routine quotidiana, che prevede di leggere il giornale, conversare con mia moglie e i figli, e dare
un’occhiata all’agenda. Diventiamo davvero consapevoli del controllo autonomo del corpo solo quando non riesce a gestire bene le attività di ogni
giorno. Per esempio, il cuore che batte all’impazzata prima di un esame, trattenere il fiato dallo spavento o perdere la voce da quanto la bocca è
diventata secca, sono tutti segnali d’allarme che ci avvertono di un intoppo, o di qualcosa fuori posto, nelle funzioni vitali di base. A quel punto ci
accorgiamo di respirare, sudare e produrre secrezioni corporee.