Possiamo raggiungere una sorta di controllo tale per cui coloro che ne sono controllati, benché seguano un codice molto più scrupoloso di quello nel vecchio sistema, tuttavia si sentono liberi1.
Si diventa genitori giorno per giorno, attraverso l’esperienza della relazione con i figli; ma questa relazione è in ogni caso influenzata dalle nostre credenze e aspettative, che provengono dall’esperienza personale e dalla cultura in cui siamo cresciuti e viviamo. Più antichi e diffusi sono i paradigmi sulla genitorialità, più profondamente sono radicati in noi, e meno ne siamo consapevoli. Come l’aria che respiriamo, simili credenze sono impalpabili e invisibili, perché le abbiamo “respirate” da sempre. Alle pressioni e condizionamenti provenienti dalla nostra cultura, inoltre, al giorno d’oggi si aggiungono i messaggi intenzionalmente persuasivi del marketing, che vede nei genitori degli eccellenti consumatori di prodotti e servizi.
Non è infrequente sentirci dire che i nostri figli ci stiano manipolando. Ma se ci fosse un fondo di verità e se i genitori fossero davvero manipolati, ma non dai loro bambini?
La cultura intorno a noi è solidamente coerente nel favorire la propria visione dell’educazione, fondata sul controllo, il distacco emotivo e l’autosufficienza affettiva; e le pressioni a conformarsi e, per i genitori, a farsi strumento di omologazione, sono molto forti. I metodi di manipolazione culturale dei genitori – perpetuati da persone a loro volta strutturate dai processi educativi subiti nell’infanzia, e rinforzati da soggetti commerciali che rispondono a interessi enormi – sono sottili e pervasivi.