CAPITOLO X

Praticare la gioia

Dobbiamo corteggiare l’Utopia, perché il corteggiamento è la fase che precede l’amore, che prelude a qualcosa che si svilupperà e continuerà per tutta la vita1.

Che cos’è la gioia? Esistono ricerche che possano illuminarci sulla sua natura e la sua funzione? Può realizzarsi una scientificazione della gioia, cioè lo sviluppo di una branca di ricerca scientifica che esplori questo sfuggente stato dell’essere? Perché no, ci si dovrebbe rispondere, visto che fiumi di inchiostro e miliardi vengono investiti da decenni nello studio dei sentimenti di infelicità, come rabbia, disperazione, odio, depressione. Eppure, nulla di più difficile. Michel Odent racconta la sua difficoltà a reperire studi su questo argomento:


Nonostante numerosi stati emozionali siano stati studiati da fisiologi, psicologi, epidemiologi e altri scienziati, il concetto di gioia non era stato considerato affatto. Se si prova ad esplorare banche dati specializzate, scientifiche o mediche, le parole chiave ansia, stress, depressione, difficoltà psicologiche o paura rimandano a migliaia di referenze bibliografiche, mentre gioia è una parola chiave sterile, senza referenze2.


In un mondo in cui le energie migliori sembrano essere assorbite dall’analisi delle negatività, di ciò che non funziona, forse vale la pena di chiedersi perché – nonostante si spendano tante parole per promuovere i buoni sentimenti e tante energie per ricercare un utopico benessere – tutta questa promozione della felicità sembra essere così poco efficace. Forse piuttosto che studiare come combattere l’infelicità sarebbe meglio impegnarsi per capire quali approcci favoriscono la gioia, promuovono la pace, fanno fiorire la vita. Non tanto un vuoto elogio del bene, quanto un lavoro per comprenderlo. Ecco perché l’Utopia non va soltanto sognata, ma anche corteggiata.


Ciò di cui la scienza tace è però cantato dai poeti, raffigurato dagli artisti e narrato dai mistici. Ne emerge in modo ricorrente un collegamento fra la gioia e gli stati estatici, il che ci riporta al cocktail di ormoni orchestrati dall’ossitocina: endorfine, dopamina, melatonina, benzodiazepine naturali.