capitolo iv

Come si può educare senza picchiare?

Quali sono i princìpi da seguire per guidare un bambino senza picchiarlo?

I princìpi sono estremamente semplici e alla portata di tutti. Le difficoltà cominciano solo con la messa in pratica. Il principio di un’educazione senza violenza si riassume in tre parole: rispettare il bambino. La messa in pratica di tale rispetto è anch’essa molto semplice da definire: trattare il bambino come vorremmo che lui trattasse noi. L’essenziale di ciò che il bambino apprende, lo impara come allo specchio, non per imitazione di quello che vogliamo che impari, ma di ciò che facciamo a lui. Vogliamo che sappia amare? Amiamolo. Che sappia esprimere la tenerezza? Siamo teneri con lui. Che rispetti gli altri? Rispettiamolo. Che sia paziente e tollerante? Siamo pazienti e tolleranti con lui. Che, una volta cresciuto, non sia violento? Non infliggiamogli alcuna violenza. Che abbia una personalità autonoma? Rispettiamo al massimo la sua autonomia. Per capire tutto questo non serve alcuno studio approfondito.

Ma allora dove sta la difficoltà?

La difficoltà dell’educazione sta, certamente, nel fatto che vivere con un bambino, soprattutto se di carattere vivace e attivo, e se si vive in condizioni difficili, può essere non solo faticoso, ma francamente spossante. A maggior ragione se i bambini sono più d’uno, e ancor più se la madre, più spesso che il padre, deve occuparsene da sola. La madre, o chi per essa, non appartiene più a se stessa e può provarne una grande frustrazione, anche se ama suo figlio. Inoltre le attuali condizioni di vita, senza alcun dubbio molto più confortevoli rispetto alla condizioni di vita dei cacciatori-raccoglitori della preistoria, costringono i genitori a ritmi di vita stressanti tanto per loro stessi quanto per i figli. Ma la difficoltà che si troverà nel non picchiare risiede non tanto in queste difficoltà obiettive, quanto piuttosto al passato dei genitori e al fatto che è raro che tutti i loro bisogni siano stati rispettati quand’erano piccoli. Allo stesso modo è raro che a loro volta siano in grado di rispettare tutti i bisogni dei loro figli. Come scrive Alice Miller,

dobbiamo accettare di vedere che un tempo siamo stati vittime per poter un giorno uscire dal gioco vittima-carnefice e abbandonare l’uno e l’altro ruolo.1

È necessario quindi riflettere sulle capacità e i bisogni fondamentali del bambino e chiederci se, durante la nostra infanzia, questi bisogni siano stati rispettati. Alcuni genitori non sanno cullare i neonati perché neanche loro sono stati cullati. Oppure trascurano il figlio perché anch’essi sono stati trascurati. Esserne coscienti è una cosa importante e, nel caso, farsi aiutare da uno psicologo a superare questa difficoltà così da non far subire a nostro figlio oggi le mancanze che noi stessi abbiamo subìto in passato.