capitolo vii

Una nuova scuola

Sediamoci tutti assieme per una breve pausa. Posiamo il libro sulle ginocchia, chiudiamolo se serve e riflettiamo. Dedichiamo un momento – un piccolo momento – a un pensiero su quanto abbiamo esplorato finora. Abbiamo incontrato termini tecnici con cui siamo più o meno familiari, o che ci hanno intimorito per il loro suono, ma forse le parole più numerose sono state: ragazzi, studenti, alunni, figli. E tra queste? Tra queste spicca timida la parola “scuola”, nascosta tra le righe, come nel gioco “trova l’intruso”.


Eppure la scuola è la protagonista, assieme ai ragazzi. È il luogo dove crescono, dove esercitano le loro capacità sociali, dialettiche, relazionali. Dove imparano a diventare adulti. Ripensiamo al periodo in cui ci aggiravamo noi tra i banchi, in cui provavamo le stesse emozioni e le stesse paure, in cui gioivamo e ci disperavamo, litigavamo, scherzavamo…


Ecco, siamo stati anche noi studenti e, in qualche modo, quell’alunno spaesato e confuso è ancora dentro di noi, a rimproverarci ogni qual volta non proviamo a comprendere le difficoltà dei ragazzi che oggi guardiamo dall’alto del nostro “essere adulti”.


Forse dovremmo ascoltare lo studente che è dentro di noi, quel ricordo confuso rimasto ancorato al banco sotto cui appiccicava le gomme da masticare e sulla cui superficie incideva il proprio nome per dire: “Ehi! Guardatemi, ci sono!”.