Dopo nove mesi trascorsi nel grembo della mamma, il bimbo appena nato ricerca il suo abbraccio per sentirsi al
sicuro, per ritrovare le sensazioni di intenso benessere sperimentate nella vita prenatale. Quando è tra le braccia materne, il piccolo ritrova il
battito di quel cuore che gli ha fatto compagnia nei nove mesi, la voce amata della mamma, il suo profumo.
Non è difficile quindi immaginare quanto possa risultare gradito ai più piccini essere “portati” dai genitori con fasce, mei tai, marsupi, fuori di casa, quando si esce per una passeggiata o per sbrigare qualche commissione, ma anche dentro casa, mentre mamma e papà sono impegnati in altre faccende e così, grazie a un supporto di stoffa, mantengono il contatto con il bebè. “Il bambino è portato in pancia per nove mesi” scrive Piera Maghella, presidente del MIPA, Movimento Italiano Parto Attivo1, “nasce ancora molto dipendente dal legame con la madre, per la sua sopravvivenza e maturazione, ha bisogno di ritrovare i movimenti, i suoni e gli stimoli di prima, implora di essere portato addosso ancora per molto tempo. Questa simbiosi serve anche alla madre per elaborare il vuoto dentro, continuando la gestazione fuori dall’utero”.