Studiare la biografia dei grandi personaggi è, a mio parere, alquanto istruttivo e interessante perché vi si
trovano i semi, le radici del loro pensiero e della loro opera.
Come sostiene lo psicanalista James Hillman, infatti, nella ghianda è già contenuta la quercia che sarà: il destino di una persona è già iscritto
nel più profondo del suo essere come un’immagine innata, “un’unicità che chiede di essere vissuta e che è già presente prima ancora di essere
vissuta.”[12] “Le persone eccezionali – egli prosegue – manifestano la propria vocazione nel modo più lampante e forse da questo dipende
il fascino che esse esercitano. Forse, anzi, sono eccezionali perché la loro vocazione traspare con tanta chiarezza e perché esse vi aderiscono con
tanta fedeltà. Sono modelli, esempi di vocazione e della sua forza e anche di lealtà verso i suoi segnali. È come se queste persone non avessero
alternative.”[13]
Maria Montessori è un chiaro, eloquente, esempio della forza possente di una vocazione che possiede per intero l’individuo e lo spinge
irresistibilmente ad allineare la propria vita su di essa.
“Era un essere unico. Del tutto diverso dal resto dell’umanità. – ha detto di lei la nipote Marilena – Un genio è isolato e solitario. Vedeva le
cose cent’anni prima del resto dell’umanità. Una forza cosmica la spingeva a continuare lungo una strada che da sé non avrebbe mai scelta.
Rispondeva alla forza del suo destino.”[14] E – come diceva Pindaro – contro il destino non c’è fuoco o muraglia di ferro che
tenga…
Nata a Chiaravalle, tra le dolci colline marchigiane, nell’agosto del 1870, Maria fu speciale sin da bambina.
Il senso di missione, di un grande compito da svolgere, era profondamente insito in lei sin dall’infanzia. “Non ti preoccupare, non morirò: ho
troppo da fare” si racconta per esempio che rispose alla madre preoccupata per la sua salute durante una malattia che la vide bloccata a letto
all’età di dieci anni.
Quanto alla scuola, lei stessa ricorda che lo studio non le interessava affatto; la sua passione era invece il teatro ma alla seduzione di una
carriera nell’arte drammatica seppe rinunciare in modo repentino e improvviso per “obbedienza alla sua stella interiore”[15]
che le suggeriva ben altra strada da seguire.
“Se segui tua stella non puoi fallire a glorioso porto” aveva scritto Dante e questo, in cuor suo, Maria lo sapeva bene.
“So che diventerò un medico” rispose in tutta calma e con grande gentilezza al dottor Baccelli, che le faceva notare l’impossibilità per lei,
donna, di realizzare il progetto di studi che le stava a cuore[16]. Del resto quando in famiglia le veniva suggerita la carriera di
insegnante lei era solita rispondere “Tutto tranne che questo!”