Quella che voglio condividere ora qui con voi è una visione. Una visione che è stata piantata nel mio cuore
sotto forma di seme in tempi immemorabili e che io ho custodito, annaffiato e coltivato fino a farla germogliare e diventare una giovane pianta.
Un progetto, proprio come un libro, non è altro che questo: un pensiero nella mente che poi si fa parola su carta e piano piano prende corpo e si
trasforma in azione per potersi realizzare. Tutto nasce da un sogno, sognato con così grande forza e intensità da diventare vero, tutto nasce da un
desiderio che, quando è perfettamente limpido e in armonia col Tutto, diventa così potente da farsi realtà.
“Io ho un sogno…” così iniziava uno dei discorsi più famosi di Martin Luther King.
Ebbene anch’io, da sempre, ne ho uno che ritengo sia giunto il momento di tirare fuori dal cassetto e condividere con altre persone di buona
volontà giacché, come dice una canzone brasiliana, “quando si sogna da soli è solo un sogno, quando si sogna insieme è la realtà che
comincia”.
Il mio sogno è che ogni bambino, a qualsiasi cultura e nazionalità appartenga, venga rispettato nella sua identità e nelle sue esigenze
“fisiologiche”, fin dai primi istanti di vita, attraverso tutte le tappe della sua crescita, così da poter diventare un adulto sano, felice,
autonomo e responsabile.
Ciò significa offrire a ogni bambino che nasce una sorta di “caretaking package”, cioè un insieme di attenzioni comprendenti: la
possibilità di nascere il più possibile secondo natura, di essere accolto con dolcezza, di essere allattato, massaggiato, portato dalla propria
mamma e dal proprio papà, di ricevere tutto l’affetto e il contatto di cui ha bisogno, di essere curato, quando ammalato, in modo non aggressivo,
con un approccio olistico e soprattutto di poter sviluppare le proprie potenzialità in un ambiente-scuola che rispetti i suoi tempi, i suoi ritmi e
promuova la sua creatività. Un ambiente che nutra la sua anima oltreché il suo corpo, attraverso un clima di libertà e fiducia e un’atmosfera di
bellezza e di amore.
Tutti questi aspetti sono intimamente correlati tra loro in quanto fanno parte di un “continuum” che è la vita stessa del bambino e
vanno tradotti in un percorso unitario e globale, “un sistema che aiuti lo sviluppo della vita” come diceva Maria Montessori.
Occorre accompagnare i genitori e i bambini negli anni più decisivi per la formazione della loro personalità in un percorso a tappe che, se da un
lato sostiene le mamme e i papà nel loro difficile compito di “custodi” del bambino, dall’altro offre a questo le condizioni e l’ambiente adatto per
espandere le sue infinite e meravigliose potenzialità.
Un percorso dunque che inizia prima ancora della nascita del bambino, per preparare i genitori al suo arrivo e alla sua accoglienza, e che prosegue
poi negli anni più importanti della sua crescita.
Un percorso unitario e flessibile, adattato alle esigenze di ognuno, che si snoda all’interno di una sorta di “Resource centre”: quasi
un piccolo villaggio, dalla struttura circolare, in mezzo al verde, in cui trovano posto uno spazio per accogliere il neonato e riscoprire l’arte
del maternage, e uno spazio per prendersi cura della propria salute e di quella dei propri cuccioli con un approccio olistico e
multidisciplinare.
E poi una scuola, la scuola che ogni bambino desidererebbe o avrebbe desiderato frequentare: una scuola familiare e accogliente come una casa,
interessante, divertente e piena di sorprese quanto lo è il mondo; una scuola che tiri fuori la gioia che è già dentro ogni bambino e faccia
sviluppare e sbocciare le infinite potenzialità che ogni bambino racchiude in sé; una scuola come quella voluta da Maria Montessori, che non per
niente la chiamava “casa”; una scuola aperta a tutti, dove le diverse culture si incontrano e si arricchiscono l’una con l’altra nel dialogo e nello
scambio reciproco.
Una scuola con spazi aperti, con un bell’orto da coltivare, una piccola fattoria, un laboratorio dove poter riscoprire attività artigianali, come
la ceramica, la tessitura, la lavorazione del legno e naturalmente anche una Casa delle Culture con un piccolo museo e una biblioteca multilingue e
multiculturale per aprirsi al mondo e sognare al di là dell’arcobaleno…
Insomma un luogo dove i piccoli possano crescere nel rispetto dei loro tempi, dei loro ritmi e delle loro esigenze, sviluppando la loro
indipendenza e autonomia, accompagnati da adulti in grado di mettersi umilmente al loro ascolto e al loro servizio.
Un luogo dove non si sia costretti a passare le ore seduti dietro a un banco ad ascoltare noiose lezioni, ma dove si impari innanzitutto facendo e
sperimentando, dove siano aboliti i premi e le punizioni, i voti e le competizioni, dove l’interesse individuale sia la molla per far scattare
l’apprendimento e dove la cooperazione e il rispetto reciproco siano il clima che permea l’ambiente.
Un’utopia? No, perché scuole così esistono in tutto il mondo, sono già una realtà.
Lo abbiamo documentato in questo volume.
Un’impresa difficile?
Sì, perché realizzare un progetto di questa portata, lo so, non è semplice, ma neanche impossibile. Occorre però unire le forze, offrendo ciascuno
un contributo secondo le proprie capacità e possibilità. Occorrono spazi adatti, capitali da investire e risorse umane. Ma quando si unisce una
fiducia incrollabile a un giusto scopo tutto diventa possibile: “Se avrete fede quanto un granello di senape…”
“Senza che ce ne sia la certezza e nemmeno la probabilità, c’è la possibilità di un avvenire migliore” scrive Edgar Morin. “Il compito è immenso e
incerto. … Ci dobbiamo armare di una ‘ardente pazienza’” ma possiamo farcela. Se abbiamo fiducia in noi stessi e uniamo le nostre forze possiamo
riuscirci. Investire sulla scuola, investire sui bambini allora diventa una priorità, anzi “la” priorità. “I bambini sono la promessa e la speranza
dell’umanità” diceva Maria. È per loro e a partire da loro che dobbiamo agire e impegnarci con coraggio e determinazione se vogliamo veramente
costruire “cieli nuovi e terra nuova”.
Chi, dunque, come me, crede in questo sogno mi dia una mano e si metta al lavoro per realizzarlo: per i propri figli, i propri nipoti e le
generazioni che verranno.
Elena Balsamo