capitolo ii

Il segreto del bambino,
ovvero le chiavi del Regno

I bambini sono enigmi luminosi


Daniel Pennac

Il segreto di tutta la natura è nell’anima del bambino


Wordsworth

Il bambino solo può rivelarci i segreti della vita dell’uomo spirituale


Maria Montessori

Una volta, in montagna, una mattina d’inverno mi misi a giocare insieme a mio figlio e a un suo amichetto: ci divertivamo a costruire con le punte di ghiaccio che colavano dalle grondaie una casa, il nostro “palazzo di ghiaccio”. Ben presto il papà del bimbo si unì a noi: ci procurava i pezzi più grossi che non riuscivamo a raggiungere e noi li disponevamo in modo da creare portoni, torri e baluardi… Attraverso quei gesti delicati che aprivano porte e stanze segrete, eravamo penetrati in un mondo incantato, fatto di candore e di neve. A volte penso sia proprio fatto così il mondo del bambino: un palazzo segreto, in cui può entrare solo in parte e solo in punta di piedi anche l’adulto, a condizione però che ridiventi bambino…

“Nell’anima del piccino esistono segreti profondi, ancora sconosciuti all’adulto che gli vive accanto”[55]: ecco cosa scoprì Maria Montessori a un certo punto della sua vita e da quel momento, come scrisse il figlio Mario, “si tuffò nel segreto del bambino e nulla di quanto le accadeva o che avveniva intorno a lei riuscì mai, da allora, a sviarla”[56].


Ma qual era questo segreto dell’infanzia che Maria Montessori scoprì e che la portò a lasciare la sua promettente carriera universitaria e i suoi impegni accademici, il suo lavoro di medico, per dedicarsi anima e corpo alla causa del bambino? Che cosa riuscì a vedere di lui al di là delle apparenze?


Proprio come si narra nella parabola del Vangelo, ella trovò un tesoro così prezioso che la indusse ad abbandonare tutto ciò che aveva per dedicarsi a coltivare il campo in cui quel tesoro era racchiuso.


Ed è in termini simili che lei si esprime quando parla, ne Il Segreto dell’infanzia, del suo lavoro alla prima Casa dei Bambini, aperta a Roma nel 1907 per i figli degli operai che abitavano nelle case popolari del quartiere di San Lorenzo: “Io cominciai la mia opera come un contadino che avesse a parte una buona semente di grano e al quale fosse stato offerto un campo di terra feconda per seminarvi liberamente. Ma non fu così: appena mossi le zolle di quella terra, io trovai oro invece che grano: le zolle nascondevano un prezioso tesoro. Io non ero il contadino che credevo di essere: io ero piuttosto come Aladino che aveva tra le mani, senza saperlo, una chiave capace di aprire tesori nascosti”[57].