Vi è mai capitato di trovarvi in un luogo, magari in mezzo a un prato pieno di fiori, o sulla spiaggia in riva
al mare al tramonto, o anche solo in casa vostra, dietro ai vetri, a osservare nel silenzio ovattato della notte la neve che cade fiocco dopo fiocco
e, danzando lieve, ricopre la terra di una magica coltre bianca, e pensare proprio in quell’attimo che siete al posto giusto, che non vorreste essere
in nessun altro luogo se non lì? Oppure anche in una cena tra amici, quando le risate scorrono e si mescolano ai profumi e ai sapori del buon cibo
appena uscito dal forno: non avete mai sentito, magari in un periodo di scoraggiamento e di malinconia, l’energia misteriosamente crescervi dentro
fino a farvi sentire una sensazione di prorompente vitalità? O quando a un concerto o in un museo o in una biblioteca scoprite proprio quella musica,
quel quadro, quel libro che vi parla, che fa vibrare le corde del vostro cuore e della vostra anima, non vi sentite nell’unico posto dove avreste
voluto essere e all’improvviso una finestra vi si spalanca e vi permette di scoprire nuovi mondi e nuovi orizzonti?
Ebbene, questa magia succede anche al bambino: per poterlo attrarre e suscitare in lui un interesse occorre offrirgli un ambiente adatto, non solo
a sua misura ma anche ricco, bello e interessante.
Ma qual è il “giusto ambiente” per un bambino? Dipende dalla sua età…
Il primo ambiente per l’essere umano che viene al mondo è il corpo materno: un vero e proprio eco-ambiente! Il bambino vi trova uno spazio protetto,
accogliente, sicuro, caldo e avvolgente, dove poter crescere in spirito e corpo. Una volta nato, sarà sempre il corpo della mamma a fargli da culla
nei primi tempi della sua vita: le sue braccia che lo sostengono, le sue mani che lo accarezzano, il suo seno che lo nutre e su cui placidamente si
addormenta… Graduale dovrà essere il passaggio all’ambiente esterno, affinché lui abbia il tempo di ritrovarsi in questo nuovo mondo in cui è stato,
più o meno bene, catapultato. Verrà il momento in cui avrà bisogno anche di uno spazio tutto suo, piccolo, delimitato, con dei confini morbidi e
sicuri: prima una culla che dondola, poi un lettino basso basso, dove poter entrare e uscire da solo, e infine la sua cameretta. Man mano che il
bambino cresce, lo spazio intorno a lui si amplia, si ingrandisce. Arriverà un giorno in cui neanche la casa sarà più sufficiente e lui avrà bisogno
del mondo intero da esplorare.
La scuola rappresenta il primo ambiente esterno importante (non foss’altro per la quantità di tempo che vi trascorre) che il bambino incontra
quando lascia la casa, ed è essenziale pertanto che sia il più possibile a sua misura.
È lì che il bambino deve trovare “le migliori condizioni di sviluppo” possibili per lui. È dall’ambiente infatti che egli trae “nutrimento psichico”
dice Maria Montessori.
Primo compito dell’educatore quindi è preparare un ambiente per il bambino, dove egli possa trovare non stimoli ma risposte ai suoi bisogni. È solo –
infatti – quando questo ambiente è favorevole e gli ostacoli sono ridotti al minimo che il bambino può funzionare pienamente e rivelare i suoi
caratteri nascosti – afferma Maria Montessori – in quanto in campo psichico i caratteri propri del bambino tendono a nascondersi e a mascherarsi
davanti a ogni ostacolo esterno. Ecco perché l’ambiente, nelle scuole montessoriane, è “un ambiente rivelatore”.
La scuola deve diventare per il bambino un luogo di libertà, che è sia spirituale sia fisica, legata sia alla sua crescita interiore sia a quella
esteriore.