capitolo x

Voce che unisce, leggendo si cresce

Il segreto dell’essere genitori non risiede tanto in ciò che un genitore fa, quanto in ciò che un genitore è per il proprio figlio.

Gordon Neufeld, Gabor Matè


Quello che accade nell’infanzia è stampato nell’anima umana.

Maria Montessori

Ebbene, siamo arrivati all’epilogo di questo libro. Siamo partiti da lontano, dai primi echi di voce che raggiungono il bambino che si sta formando nel grembo materno. Sussurri d’amore che anticipano quell’abbraccio fatto di calore, stupore e commozione con cui la madre accoglie il suo piccino appena nato e gli dà il benvenuto in questo mondo. E quando lei lo saluta per la prima volta, eccola… Ecco quella voce che il piccolo ha già imparato ad amare, quella voce che gli ha tenuto compagnia, che lo ha accompagnato nelle lunghe settimane di penombra uterina, quella voce che lui è in grado di riconoscere tra mille e che preferisce a tutte le altre.


Nei primi tempi successivi alla nascita, la voce della mamma culla, coccola, rassicura. E a quella prima voce amata, ecco che si accosta un’altra voce familiare. È la voce del papà che ha un modo tutto suo di consolare, giocare, ninnare. Il timbro è diverso, ma le emozioni che risuonano in questa voce sono le stesse che rendono tanto preziosa la voce della mamma.


La voce dei genitori è prima di tutto la voce dell’amore. E il bambino ha bisogno di quell’amore, ne ha bisogno per sopravvivere e adattarsi a questo mondo nuovo e sconosciuto. Per mesi si sazierà di latte e di amore. A un neonato serve davvero poco altro. Contatto, vicinanza, voce. E sono le voci della mamma e del papà a far sbocciare una voce nuova, unica e meravigliosa ai loro orecchi e ai loro cuori: la voce del bambino. I primi versetti si compongono in sillabe, le sillabe in parole… E intanto la voce dei genitori si trasforma ancora: da sussurro era diventata ninnananna, poi filastrocca ed ora… storia.


Il bimbo è piccino ma ama ascoltare. Accoglie con gioia la voce della mamma; è sempre piacevole sentirla certo, ma quando lei si rivolge proprio a lui… Be’, allora diventa un incanto. Seduto sulle ginocchia di mamma e papà, respirando vicinanza e affetto, il bambino fa conoscenza con il libro. Ancora non può cogliere le mille potenzialità di quell’oggetto, ma sa che a quelle pagine colorate si associano le emozioni più belle: è questa la prima magia del libro, quella di chiamare la voce della mamma e del papà. Quella di farli stare tutti vicini e di fermare il tempo perché lui possa godersi l’attenzione e l’affetto dei genitori. In fondo il bambino ha già colto l’essenza di ogni storia, il dono più grande che i libri riservano all’essere umano, quello di fermare il tempo!


Passano gli anni e scorrono veloci, ma le storie accompagnano la sua crescita, favorendo lo sviluppo armonioso delle sue competenze, consolidando il suo legame con i genitori, accrescendo il suo affetto per i libri. E tutto questo perché, prima di tutto, le storie gli regalano momenti felici. E più sono le storie narrate, più sono i momenti felici. E la felicità fa bene, lo sappiamo tutti. La consapevolezza di essere amati – perché è questo il segreto della lettura condivisa: il messaggio tra le righe quando un genitore legge con il suo bambino è “Ti voglio bene” – , ebbene, è questa consapevolezza che aiuta a crescere più sereni e sicuri di se stessi.


E arriva il giorno in cui il bambino entra in possesso della chiave, la chiave per svelare il segreto di ogni libro: è un giorno importante quello in cui si impara a leggere. Ora, se lo vuole, può muovere i primi passi lungo i sentieri tracciati dalle storie, senza la guida dell’adulto. Ma attenzione, i racconti con la mamma e con il papà, continuano. Il bambino ne ha ancora bisogno! Perché, lo abbiamo detto, le storie – lette e narrate – non sono ‘solo’ storie, sono momenti felici, sono vicinanza fisica ed emotiva, attenzione e ascolto. Insomma, anche se il bambino ora è in grado di leggere da solo, c’è ancora bisogno di amore sotto forma di storie!


Man mano che il bambino cresce diminuisce il tempo trascorso con i genitori; gli impegni sono tanti, i loro e ormai anche i suoi. Scuola, amici, sport, giochi in cortile… Con una storia, magari letta alla sera, prima di dormire, genitori e figli hanno l’opportunità – preziosa – di ritrovarsi. E di ritrovarsi in modo speciale, con una consuetudine che fa parte della loro storia di genitori e figli, che ha scandito e accompagnato lo scorrere degli anni, che si è evoluta seguendo la crescita del bambino. È qualcosa di bello, questo ritrovarsi al calare della sera. È un dono per il bambino, ma anche per il genitore. Credo si possa annoverare tra quei gesti che danno un senso alla nostra vita.


Poi un giorno accade. Il bambino, che nel frattempo è diventato un ragazzino, non ci ha aspettato per terminare il libro. Quel capitolo era troppo, troppo emozionante e il papà aveva smesso di leggere proprio sul più bello. E così, il bambino che nel frattempo è diventato un ragazzino, l’indomani, appena tornato da scuola, si è precipitato a leggere, perché rimanere così in sospeso fino a sera, proprio non si poteva! Naturalmente, prima di dormire, leggerà ancora insieme al suo papà, semplicemente la lettura ripartirà da un punto un po’ diverso rispetto a quello che ricordava il genitore. E pian piano, il genitore resterà sempre più indietro e osserverà con orgoglio e un po’ di nostalgia il suo bambino ragazzino che corre avanti, sempre più avanti, lungo i sentieri della lettura, lungo i sentieri della vita. Così è la storia. Così dev’essere.


Però non è finita qui, non preoccupatevi. Quella con il bambino che è diventato un ragazzino, e oggi è adolescente, non sarà più o non sarà più così spesso una lettura condivisa, ma sarà una condivisione di letture. Le storie continuano a offrire opportunità di incontro e di confronto. Anche in un’età in cui, cercando se stesso, inevitabilmente, l’adolescente deve trovare una dimensione tutta sua, separata da quella dei genitori. Ma la passione per la lettura ci accompagna, ci regala argomenti di cui discutere, offre l’occasione per comprendere meglio questo figlio che sta crescendo e scoprire cosa pensa, cosa gli piace, in cosa crede… Il dialogo continua. L’amore ci sostiene. L’amore che tante e tante volte si è fatto storia, e ci ha regalato ricordi preziosi da custodire per sempre nella mente e nel cuore.


Bene, questo libro si avvia alla conclusione, ma altri mille già vi aspettano. E allora non mi resta che rivolgervi lo stesso augurio fatto all’inizio: buona lettura e buone storie. Storie cantate, sognate, raccontate. Con la voce e con il cuore, per raccontare al nostro bambino la storia più importante, la storia del nostro amore per lui…