Siate il cambiamento che volete vedere nel mondo
Introduzione
Perché questo libro? Spesso mi è stata posta questa domanda e altrettante volte me la sono posta io stesso.
Nato da principio come relazione in un convegno, divenne poi un articolo pubblicato su una rivista del settore ed infine ampliato, arricchito e rivisto per prendere la forma del libro che avete tra le mani.
La motivazione a scriverlo parte semplicemente da una forte spinta personale: la necessità di far luce sul modo errato, superficiale e deleterio con cui si parla di bambini.
Sempre più spesso infatti mi confronto con colleghi, professionisti del settore, ma anche genitori, insegnanti, amici, che discutono di infanzia senza conoscerla davvero, senza una preparazione né una conoscenza seria e scientifica alle spalle. Sento esprimere valutazioni non veritiere sui bambini, ma dettate da scarse conoscenze, pregiudizi, luoghi comuni, e soprattutto da una più ampia “cultura dell’infanzia” o, per meglio dire, da una “non-cultura dell’infanzia”: il bambino è cattivo, il bambino mente quando parla dei suoi disagi, il bambino ha bisogno fondamentalmente delle sole regole, il bambino non va “coccolato” troppo altrimenti crescerà come uno smidollato e via discorrendo.
È sostanzialmente una visione “adultocentrica” del bambino, basata appunto sul vedere l’infanzia non, come ci si aspetterebbe, “con gli occhi di un bambino”, ma con il filtro distorcente degli “occhi dell’adulto”. Il concetto di “adultocentrismo” rappresenta una pietra miliare per la comprensione di come un bambino, un adulto, una società nascano e si sviluppino. Ed è proprio sui pilastri dell’adultocentrismo che poi di fatto si crea una più ampia cultura che sarà inevitabilmente presa come riferimento da tutti coloro i quali si trovano a condividere lo stesso contesto sociale.