Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre costretti a spiegar loro le cose.
Antoine de Saint Exupéry, Il piccolo Principe
prima parte
Il buio e i suoi mostri…
Gli adulti non capiscono mai niente da soli ed è una noia che i bambini siano sempre costretti a spiegar loro le cose.
Antoine de Saint Exupéry, Il piccolo Principe
capitolo i
Nel 1905 Freud scrisse i Tre saggi sulla teoria sessuale, l’opera considerata la più illuminante dal mondo accademico, perché illuminante è stata la scoperta di una realtà prima ignota: la sessualità infantile. Ed è proprio da qui che nasce la Psicoanalisi vera e propria. Illuminante anche perché ha segnato il passaggio definitivo dalla teoria della seduzione/trauma1, in cui Freud riteneva che i problemi dei suoi pazienti fossero da ricercare nei traumi e nei maltrattamenti reali subiti nella loro infanzia, alla teoria pulsionale
che vede nei ricordi dei traumi infantili solo delle fantasie, dei desideri sessuali rimossi nell’infanzia e dunque di fatto dei falsi ricordi2. Dirò subito che, più che di una scoperta, si è trattato di una vera e propria invenzione, dal momento che di solito si scopre qualcosa se questo
“qualcosa” esiste realmente ma non è ancora stato trovato. Al contrario, la sessualità infantile, così come la intende Freud, di fatto non esiste, è
pura fantasia.
Egli dà così l’incipit al suo discorso: “Sembra certo che il neonato porti con sé germi di impulsi sessuali”. Si parte dunque dal presupposto che già alla nascita il bambino abbia una sua innata spinta sessuale.
Freud è talmente convinto della sua scoperta della sessualità dei bambini, da criticare apertamente tutti quei colleghi della comunità scientifica di allora che hanno in qualche modo sorvolato la questione:
Nella letteratura si trovano, invero, annotazioni occasionali su di una precoce attività sessuale dei bambini piccoli, su erezioni, masturbazione e persino condotte analoghe al coito, ma sempre solamente come fatti eccezionali, come curiosità o come esempi terribili di corruzione inconsiderata. Nessun autore, per quel che ne so, ha riconosciuto chiaramente la regolarità, la normalità di una pulsione sessuale nell’infanzia, e nei volumi ormai numerosi sullo sviluppo del bambino il capitolo “Sviluppo sessuale” viene perlopiù trascurato3.
Anche qui:
[…] ci trovammo di fronte al dato di fatto della sessualità infantile, che ancora una volta rappresentava una novità, in stridente contrasto con un pregiudizio fra i più potenti che gli uomini abbiano mai concepito. L’infanzia, si dice, è “innocente”, è immune dagli aspetti del sesso, solo la tempesta puberale dà inizio alla lotta contro il demone della “sensualità”. Quel tanto di attività sessuali che pure nei bambini si erano dovute riconoscere, venivano considerate il segno di una degenerazione, di una corruzione precoce, oppure di un fatto curioso, frutto di una natura in vena di bizzarrie. Poche affermazioni psicoanalitiche hanno suscitato un rifiuto altrettanto universale, e un empito di sdegno simile a quello provocato dall’asserzione che la funzione sessuale comincia con l’inizio della vita stessa, manifestandosi già nell’infanzia con fenomeni importanti. Eppure non c’è scoperta psicoanalitica la cui verità possa essere provata con altrettanta facilità e completezza4.
L’autore si meraviglia anche delle aspre critiche ricevute già allora dai suoi colleghi, ma evidentemente le sue teorie devono essere sembrate folli già all’epoca e non solo oggi:
Nessuna scoperta della ricerca psicoanalitica ha sollevato più aspri contrasti, più fiera opposizione e amene distorsioni da parte dei critici, di quest’accenno alle tendenze incestuose infantili, conservate nell’inconscio5.