di Andrea Coffari

Prefazione

Ad Aurea, la cui luce dorata illumina ogni giorno il mio cammino.

A Irene, mia preziosa indimenticabile testimone soccorrevole.

Ai bambini del mondo, al bambino che sorride dentro di noi.

Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non smettete di pensare.
Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.
Bertrand Russell

Amicus Socrates, sed magis amica veritas. Secondo Ammonio questa frase, che racchiude un principio di straordinaria forza etica, sarebbe stata pronunciata da Platone, il quale, si sa, era discepolo di Socrate.


La medesima frase, quindi, con riferimento a Platone (amicus Plato, sed magis amica veritas) è stata attribuita successivamente ad Aristotele, discepolo a sua volta di Platone.


Deve avere ragionato nella stessa maniera Alessandro Costantini quando ha deciso di scrivere questo importantissimo e prezioso libro, immagino che abbia detto a se stesso: mi è amico Freud ma mi è più amica la verità.