Con il massiccio incremento, negli ultimi decenni, degli interventi ostetrici, e il declino di scelte a basso impatto tecnologico quali il parto in casa o nei centri nascita, sono in molti a domandarsi: il parto naturale riuscirà a sopravvivere? Vale la pena preservarlo? In questo capitolo si sosterrà la tesi favorevole, descrivendo in termini scientifici la mirabile armonia degli ormoni deputati alla nascita “indisturbata” oltre che i molteplici e intrinseci fattori di sicurezza per la madre e il bambino. Esamineremo poi le conseguenze dei normali interventi operati durante il travaglio sui processi ormonali, e un modello che conferisce una base scientifica agli “interventi a cascata” per cui a un intervento ne fa seguito un altro, con il risultato finale di un’esperienza di parto altamente tecnologizzata e, probabilmente, spaventosa, sia per la madre, sia per il compagno e forse pure per il bambino. Infine il capitolo elenca una serie di raccomandazioni per favorire benessere, piacere e sicurezza durante il parto, utili per le mamme, i papà, le famiglie oltre che per gli assistenti al parto e i professionisti.
Il termine nascita indisturbata assunse un significato molto profondo per me allorquando misi al mondo il mio quartogenito, al buio, in solitudine, circondata solo dai miei familiari. Esso descrive bene un’esperienza tanto toccante, che mi fece aprire gli occhi sull’estasi del parto, e comprendere che il processo della nascita può essere semplicissimo se si riesce ad evitare qualsiasi interferenza. Se mettevo a confronto il mio ultimo parto con i tre precedenti, in casa, e il parto in casa con quelli ospedalieri a cui avevo assistito, mi accorgevo di quanto fosse radicata l’abitudine al disturbo e quanto il bisogno di noi operatori sanitari di “fare qualcosa” in sala parto molto spesso diventi fonte di autocompiacimento.
Mi resi altresì conto dell’estrema complessità del parto e dell’intensa suscettibilità alle influenze esterne. La similitudine tra fare l’amore e partorire mi risultò molto chiara, non solo in termini di amore e passione, ma anche perché entrambe le esperienze necessitano sostanzialmente delle medesime condizioni: sentirsi in intimità, al sicuro e inosservati. Eppure il contesto offerto alle donne in procinto di partorire è quasi diametralmente opposto: nessuna meraviglia se, oggi, mettere al mondo un figlio risulti tanto problematico per la maggioranza delle donne.