Partorire è un gesto innato e istintivo, connaturato nel nostro cervello e nel nostro corpo attraverso milioni di anni in quanto mammiferi, e progettato per garantire il miglior risultato possibile per la madre e per il bambino. In questo capitolo domanderò: “Come affinare il nostro istinto verso l’esaltazione del benessere, del piacere e della sicurezza nostri e dei nostri figli?”, e suggerirò spunti e risorse per una nascita naturale e istintiva.
Nei mesi che seguirono la venuta al mondo di Zoe, la mia secondogenita, ebbi una visione della Nascita. Mentre meditavo sulle difficoltà incontrate durante il travaglio, iniziai a visualizzare la mia esperienza, e la Nascita stessa, come un enorme cristallo multisfaccettato. Vidi che i diversi aspetti della nascita di Zoe, al pari delle facce di un cristallo, non si sommavano in un’immagine nitida e unica, ma ne riflettevano tante diverse angolature.
Ognuna di quelle mirabili sfaccettature valeva, per me, mesi di meditazione; oppure, fatto un passo indietro, ammiravo la bellezza della Nascita nella sua totalità, e della mia esperienza personale. Mi accorgevo inoltre che, parafrasando il poeta Walt Whitman, “la Nascita si contraddice perché è vasta, contiene moltitudini” e che, nel corso del lavoro di integrazione del mio vissuto, non potevo aspettarmi razionalità e neppure coerenza.
Tale visione mi riappare quando penso ad alcuni degli aspetti più complessi e controversi della nascita. Vedo ognuno di noi, con la propria esperienza, i propri princìpi e competenze, come uno dei singoli lati – facce se preferite – del cristallo della Nascita. Per quanto possiamo guardare tale evento da angolature diverse, tali differenze risultano necessarie, e il dialogo fondamentale.