Ripercorrendo la storia di gran parte degli adulti di successo, si resta sorpresi dall’enorme somiglianza delle
loro prime esperienze di attaccamento. Negli anni della prima e della seconda infanzia, gli adulti intorno a loro – di solito almeno un genitore – hanno
fornito non solo un accudimento continuo e adeguato, ma anche un modello e un supporto emotivo. Andiamo allora ad esaminare più in dettaglio alcuni dei
vantaggi – prevedibili o inaspettati – relativi alla decisione, da parte di un genitore, di assumere il ruolo di principale figura di riferimento del
figlio nei primi anni di vita, e di supervisore emotivamente coinvolto in quelli successivi. Come avremo modo di scoprire, tale coinvolgimento ha
implicazioni che si ripercuotono sull’intera esistenza dell’individuo. Secondo il Carnegie Report: “Le prime esperienze con gli adulti che si prendono cura di lui rappresentano i mattoni della sua competenza intellettiva e della comprensione del
linguaggio. Toccare, stringere e cullare un neonato, così come stimolare un bambino attraverso il dialogo e la lettura sembrano essere di enorme
efficacia per lo sviluppo successivo. Quando questi gesti sono accompagnati da sensibilità e attenzione, favoriscono lo sviluppo di precoci competenze
cognitive, che si riflettono, più tardi, sui succcessivi risultati accademici, sulle prestazioni lavorative e sull’adattamento sociale”1.