capitolo ii

Un dono d'amore:
il mestiere di genitori come carriera
temporanea

Da quando la società umana ha raggiunto quel punto del cammino verso la civiltà in cui la mera sopravvivenza non rappresenta più la principale preoccupazione quotidiana, la ricerca dell’amore reciproco è diventata la meta più ambita, oltre che la maggiore fonte di ansia per gran parte di uomini e donne.


Di tanto in tanto i sondaggi d’opinione chiedono agli americani qual è secondo loro il principale ingrediente della ricetta per la felicità personale. Più di nove persone su dieci collocano l’amore in cima alla lista, ben prima di denaro, posizione sociale, potere e fama. Ma sebbene la capacità di dare e ricevere amore risulti tanto desiderata e ricercata, oltre che così determinante per la nostra esistenza, sembrerebbe – in molti casi e per molte persone – altrettanto inafferrabile. Inutile citare l’evidenza delle statistiche sui divorzi, o le scoraggianti osservazioni degli esperti sul proliferare di relazioni disfunzionali per dare triste dimostrazione del fatto che molti di noi hanno difficoltà a instaurare rapporti di intimità e ad impegnarsi emotivamente. In breve, sembrerebbe che siano pochissimi gli individui dotati della capacità – tanto agognata da ognuno di noi – di vivere e mantenere una relazione d’amore.


Supponiamo che qualcuno vi dica di essere dotati, in quanto genitori, della capacità di fare a vostro figlio un regalo speciale: la capacità di amare. Supponiamo, inoltre, che vi venga svelato che tale regalo potrebbe offrirgli qualcosa in più della capacità di dare e ricevere amore; che, per esempio, saprebbe instillare in lui altre qualità, come la curiosità, la creatività, l’energia, la resistenza, la moralità, la motivazione, la perseveranza e l’autostima – qualità a garanzia di una vita felice e piena di soddisfazioni, non solo durante l’infanzia, ma anche nell’età adulta. Naturalmente nessun genitore rifiuterebbe l’offerta.


Però, come per tutti i doni magici, c’è un prezzo da pagare. Vi viene detto che il regalo deve essere offerto ogni giorno per diversi anni, che è compito vostro garantire al bambino la presenza positiva di una persona allegra e affettuosa che si prenda cura di lui e che sia sensibile e in sintonia con le sue esigenze. Vi viene anche raccomandato di assicurarvi della continuità dell’accudimento, riducendo al minimo eventuali traumi e separazioni fintanto che il bambino non abbia compiuto due o tre anni. È questo l’arco di tempo, detto periodo preverbale, che termina (in alcuni casi raggiunti i due anni di età, in altri casi i tre anni) nel momento in cui il bambino riesce a farsi capire con una certa facilità ed è in grado di comprendere i messaggi a lui rivolti, ed è quindi pronto ad affrontare i cambiamenti legati al distacco.


Non è facile fare un regalo come questo, neanche quando il genitore è presente. Ma se i contatti con la persona che si prende cura del bambino negli anni formativi sono ridotti al minimo, il dono d’amore è pressoché impossibile.