capitolo iii

Bonding e attaccamento:
la chiave per comprendere la
relazione genitore-bambino

La natura ci ha ingegnosamente programmati per rispondere d’istinto al bisogno immediato di cura e protezione di un neonato. Anche i cuccioli di altre specie – cani, gatti, uccelli, leoni – ci attraggono con la loro tenerezza, suscitando sentimenti che stimolano la reazione di protezione. Ma i cuccioli d’uomo hanno bisogno di formare un legame, o attaccamento, molto più profondo e duraturo con i genitori, necessario per la sopravvivenza e per la costruzione della base emotiva che permetta loro di sviluppare il proprio potenziale.


Quando ha inizio il legame tra genitori e figli? Secondo la teoria dell’attaccamento – elaborata dallo psichiatra John Bowlby – a partire dalle loro prime, fondamentali interazioni. I neogenitori imparano che cosa appaga o rilassa il proprio bebè, e cosa lo rende nervoso e insoddisfatto; a riconoscere cosa lo spaventa e gli provoca dolore, o sofferenza, oltre a prendere coscienza degli stimoli che suscitano sorrisi e versetti di gioia e soddisfazione.


Il processo di costruzione dell’attaccamento è il compito più importante del genitore o del suo sostituto principale, e il suo successo (o fallimento) dipende dalle centinaia di interazioni che queste figure stabiliscono tutti i giorni con il bambino.


Come vedremo, il processo di sviluppo dell’attaccamento è molto personale e può aver luogo solo se le necessarie interazioni avvengono tra il bambino e un’unica persona. Un numero così elevato di interazioni, che si rinnovano di giorno in giorno, e persino di ora in ora, è essenziale alla sopravvivenza del nuovo essere. Tuttavia, e lo scrivo con doppia sottolineatura, se tali interazioni interessano il bambino e cinque o sei figure diverse nell’arco di otto-dieci ore (come descritto nel capitolo VII), sarà molto più difficile (se non impossibile) riuscire a stabilire il necessario attaccamento con una di queste persone, per quanto amorevole e solerte. È possibile che un bambino si attacchi a più figure diverse – la mamma, il papà o un loro sostituto –, ma la costruzione di un legame di attaccamento con ciascuna di esse richiede una relazione individuale protratta per un lungo lasso di tempo. È importante tenere bene a mente questi concetti quando si inizia a esplorare il mondo di un neonato.


Il bebè ha bisogno di essere nutrito, pulito, consolato e stimolato per poter passare con successo dall’ambiente protetto del grembo materno in un mondo in cui la propria difesa e il soddisfacimento dei propri bisogni è completamente nelle mani degli adulti.


Pian piano, il neonato comincia ad aspettarsi determinati suoni, odori e movimenti, anticipando così la soddisfazione del succhiare, dell’essere nutrito e abbracciato. In stretta prossimità della persona che lo protegge, associa la ripetizione dei suoni, degli odori e dei movimenti a lui familiari all’appagamento fisico ed emotivo e alla riduzione di disagio, dolore e paura.