Il sonno nella nostra società occidentale è ormai divenuto un problema. Non solo per gli adulti, che consumano
quantità inverosimili di farmaci per indurlo, ma anche per i bambini presso i quali si rivela essere una delle principali cause di consulenza
pediatrica. In aumento sono le prescrizioni di medicinali, come il famigerato Nopron, largamente somministrato anche ai piccolini al di sotto dell’anno
di età. Un fenomeno veramente preoccupante.
I genitori si lamentano che i loro figli non vorrebbero mai andare a dormire o che piangono e si svegliano spesso durante la notte, reclamando un posto
nell’ambìto “lettone” di mamma e papà. Il sonno, in Occidente, lungi dal rappresentare il meritato riposo dopo la fatica del giorno, è diventato un
momento di lotte e battaglie, di sacrifici e lamentele, un’espressione di malessere e disagio, legato innanzitutto a uno sconvolgimento dei normali
ritmi biologici. Nella moderna società urbana non ci si addormenta più quando si è stanchi ma quando l’orologio al nostro polso ci dice che è ora di
andare a letto. Lo stesso vale per il risveglio, che per i bambini, ad esempio, è legato all’orario di lavoro dei genitori: un numero sempre crescente
di piccolini vengono svegliati di buon’ora per essere depositati all’asilo nido dove passeranno la maggior parte della giornata, con orari da fabbrica.