CAPITOLO XIV

Malattie della madre

Nella maggior parte dei casi né la malattia né la sua terapia possono danneggiare il bambino attraverso il latte del seno, né l’allattamento può nuocere alla madre. Un’altra cosa è che la madre non possa fisicamente allattare, o che stia così male tanto da non provare il desiderio di farlo; ma questo è qualcosa che deve decidere ogni madre, non il medico al posto suo.

Anemia

L’anemia è frequente dopo il parto, a causa della perdita di sangue. Naturalmente, se la madre è anemica, dovrà seguire la cura corrispondente (di solito ferro, anche se esistono altri tipi di anemia). Non solo può continuare ad allattare, ma le conviene proprio, e per il maggior tempo possibile. Perché quanto più allatterà, tanto più tarderà il ritorno del ciclo mestruale, e la mestruazione è la principale via attraverso la quale le donne perdono ferro.


Il ferro che assume la madre non passa nel latte; il livello di ferro nel latte si mantiene costante.


Allattare in sala parto contribuisce a prevenire l’anemia della madre, perché l’ossitocina fa sì che si contragga l’utero e diminuisca la perdita di sangue.


Si è osservato che un’importante anemia nel post-parto (meno di 10 mg/ dl di emoglobina) si associa con l’abbandono precoce dell’allattamento, cosa che potrebbe essere dovuta alla diminuzione della quantità di latte. Se la madre era fisicamente normale durante la gravidanza, e si ritrova con un’anemia importante dopo il parto, vuol dire che durante il parto ha perso molto sangue. Si pensa che tale perdita possa influenzare l’ipofisi e provocarle uno stato di intontimento, lasciandola incapace di produrre sufficiente prolattina per qualche giorno. Ma, con ogni probabilità, il problema è transitorio e si può superare attraverso un’adeguata gestione del percorso d’allattamento (posizione corretta, allattamento a richiesta, estrazione del latte in caso di necessità).