Introduzione

Cominciai a interessarmi al tema dell’allattamento iniziando gli studi di medicina, grazie a un professore di anatomia che si chiamava, se non ricordo male, Joaquín. In una facoltà traboccante di migliaia di studenti a cui nessuno faceva molto caso, lui aveva il desiderio di insegnare qualcosa. Non appena riuniva un gruppetto di alunni si metteva a spiegare qualcosa, e l’allattamento era uno dei suoi argomenti preferiti.

Per anni vidi l’allattamento con gli occhi del medico. È il miglior nutrimento, protegge da molte malattie, salva migliaia di vite, l’incentivazione al suo utilizzo è una questione di pubblica salute… Una buona madre deve sforzarsi di dare il seno al proprio figlio, perché è la cosa migliore per lui.


Poi ho avuto tre figli, e qualcosa è cambiato. Ho visto i miei figli poppare e mia moglie porgere il seno, e ho provato… orgoglio?… ammirazione?… sorpresa?… incanto?… invidia? Ho letto molto da allora su quel che sente un padre in tali circostanze, tuttavia non sono ancora in grado di fornirne una descrizione adeguata. La vita ti offre delle sensazioni che le parole non riescono a esprimere.


Ho capito che l’allattamento non è uno strumento per garantire la salute, ma una parte della salute stessa. Non è un mezzo, ma un fine. “Evitare l’allattamento artificiale perché provoca diarrea” mi sembra ora così assurdo, come lo sarebbe dire “evitare la cecità perché i ciechi corrono un maggior rischio di essere investiti”. L’allattamento non è un mezzo per evitare infezioni, così come la vista non è un mezzo per evitare incidenti. Sono parti normali di una vita piena. Ora so che l’allattamento non è uno sforzo, e men che meno un sacrificio che la donna fa per il bene di suo figlio, ma una parte della sua stessa vita, del suo ciclo sessuale e riproduttivo. Un diritto che nessuno le può togliere.


So che ci sono donne che non vogliono allattare. D’accordo. Un diritto non è la stessa cosa di un obbligo. C’è anche molta gente che non partecipa a manifestazioni o che non vota, ma comunque continua a possedere tale diritto.


Questo libro non vuole convincere le madri ad allattare, ma aiutare coloro che vogliono farlo a riuscirci. Il titolo è molto esplicativo, quindi chi preferisce dare il biberon può comprare altri libri.


A qualcuno potrà sorprendere il fatto che sia proprio un uomo a scrivere un libro sull’allattamento. Non cercherò di nascondere, neanche per un minuto, che non ho mai allattato. Chi sa fare una cosa la fa, chi non la sa fare scrive libri.