I bisogni del bambino

Secondo il pediatra spagnolo Carlos González, i risvegli notturni del bambino piccolo sono un’eredità della notte dei tempi, quando svegliarsi e richiamare la madre con il pianto, era l’unica garanzia di sopravvivenza.
I bimbi piccoli sarebbero quindi programmati per svegliarsi periodicamente perché hanno ereditato i geni dei sopravvissuti e di conseguenza il comportamento che la selezione naturale ha favorito nel corso di milioni di anni, per assicurare la sopravvivenza dell’individuo.
Quando si sveglia, il bimbo ha bisogno dell’aiuto di un genitore per riprendere sonno: c’è chi succhia al seno per qualche minuto, chi si rassicura sentendo che non è solo, chi ascoltando la voce della mamma o del papà che sussurra qualche strofa di una ninnananna.
La risposta amorevole con cui i genitori accolgono i bisogni anche notturni del bambino pone le basi della sicurezza e dell’autonomia dell’individuo.
Se invece non si risponde al suo pianto, il bimbo impara che non è in grado di chiamare a sé mamma e papà, che il suo linguaggio è inefficace, che quando ha bisogno nessuno arriva ad aiutarlo. Premesse non ottimali per maturare la fiducia in se stesso e in quanti lo circondano…