Quando consideriamo l’umanità nel suo complesso, sembra chiaro che l’uomo non si adatti così facilmente ai cambiamenti, persino a quelli che lui stesso ha prodotto. Eppure, l’uomo è orgoglioso del suo libero arbitrio, della sua libertà di scelta e della sua indipendenza. Ha inoltre una maggiore capacità di adattamento rispetto agli animali, oltre che a un’intelligenza superiore che lo rende capace di imparare attraverso l’esperienza. Ma nella pratica, questo non è poi così ovvio: in tutto il mondo dilagano l’egocentrismo, l’intolleranza, il pregiudizio, l’ostinazione, la ristrettezza di vedute, il conformismo e la confusione morale e intellettuale.
Tali circostanze, unite alla costante accelerazione del progresso tecnico e alla sempre crescente concentrazione della popolazione nelle nuove aree industriali, di certo non favoriscono uno sviluppo armonioso della personalità. La lotta per la vita è decisamente peggiorata e le tensioni tra i rapporti interpersonali sono aumentate. L’automazione del lavoro va di pari passo con la crescente specializzazione, che tende a impedire una visione globale del settore in cui si lavora. L’individuo è alla ricerca di obiettivi facilmente raggiungibili. La dedizione al lavoro è minacciata dall’esca della remunerazione, che diventa poi fine a se stessa. La competizione è aumentata e i rapporti sono diventati più superficiali e accidentali. La burocrazia ha ristretto fortemente la libertà personale e l’uomo è diventato soltanto un numero. Ciò diminuisce il suo senso di responsabilità verso la comunità e le strutture politiche; l’uomo diventa così sempre più solo.
Sopravvivere in questo mondo turbolento e in continuo cambiamento è talmente difficile che anche la capacità dell’uomo di amare ed essere generoso sembra cedere il passo alla sete di potere, all’opportunismo e all’ipocrisia. I valori tradizionali e gli schemi comportamentali istituzionalizzati non forniscono più norme adeguate, sebbene cerchino di aderirvi, e ciò comporta una crescente discrepanza tra le motivazioni consce e inconsce.