Già negli anni ’40 Maria Montessori era consapevole della crisi sociale che ci troviamo ad affrontare oggigiorno.
Descrisse con parole incisive l’impotenza umana di fronte alle forze del progresso. Scrisse che era stato l’uomo stesso a scatenare queste forze
attraverso la sua attività creativa, ma che però non era stato capace di stare al passo in termini di adattamento e sviluppo. C’era uno “squilibrio tra
l’uomo e l’ambiente, dal quale l’umanità deve liberarsi, rinforzando se stessa, sviluppando i propri valori, curando la sua propria follia e diventando
conscia del proprio potere”50. Finora si è fatto ben poco per correggere questo squilibrio. Al contrario, non solo la situazione sembra essersi deteriorata, ma le previsioni per il
futuro non sono affatto rassicuranti. Il professor Zbigniew Brzezinski della Columbia University prevede, per esempio, una società formata in termini
culturali, psicologici, sociali ed economici dall’impatto della tecnologia e dell’elettronica, con computer capaci di produrre del pensiero ‘creativo’ e,
se accompagnato dai robot, delle azioni simili a quelle umane. Il comportamento umano sempre più soggetto a una “programmazione” intenzionale, un ampio
controllo chimico della mente e una perdita di individualità. Una vita sociale atomizzata, masse sempre più prive di scopo in una società concentrata sul
divertimento, e l’attività lavorativa che diventa un privilegio dell’élite meritocratica al governo51.