capitolo 4
Essere donna, essere madre
Agli albori del femminismo
Sul finire dell’Ottocento il nostro paese arranca lungo la strada dell’emancipazione femminile, malgrado l’impegno coraggioso di donne come Ersilia Bronzini Majno, promotrice a Milano dell’Asilo Mariuccia – un’istituzione laica che ospita ragazze e giovani donne sole per proteggerle dal rischio della prostituzione ed educarle in un clima di libertà e di riconoscimento dei loro diritti40 – Anna Maria Mozzoni, Emilia Mariani, socialiste che si battono per il rispetto e i diritti delle donne e Anna Kuliscioff che denuncia con vigore le ingiustizie di cui sono vittime le operaie41. Con tutte loro Montessori avrà, più avanti, rapporti diretti. Le difficoltà da superare, nonostante la crescente urbanizzazione che cambia sensibilmente la condizione del mondo femminile, provengono soprattutto dalle chiusure del mondo contadino, gravato dall’ignoranza, dal diffuso analfabetismo, da superstizioni funzionali al predominio maschile42. Tutti aspetti radicati da secoli che riducono le donne in una condizione di avvilente subalternità asservendole a freddi disegni di incremento patrimoniale e soffocando sul nascere ogni loro protesta43.
A cavallo tra Ottocento e Novecento – e forse proprio per l’approssimarsi del nuovo secolo – il movimento femminista manifesta nuove energie e si espande organizzandosi44. Vi partecipano donne della ricca borghesia e dell’aristocrazia più illuminata insieme a numerose intellettuali: giornaliste, scrittrici, scienziate. Tra queste la nostra giovane laureanda che ha già avuto modo di sperimentare di quanti ostacoli sia irto il percorso per potersi affermare e come per una donna si imponga la necessità di eccellere per ottenere il giusto riconoscimento dei suoi meriti. La scolaretta di un tempo è ormai una studiosa capace, che unisce alla volontà e alla determinazione grazia e fascino. Piccola di statura, ha una figura sottile dotata di naturale eleganza, morbidi capelli bruni, sguardo diretto e penetrante, modi riservati e un viso armonioso la cui antica bellezza sarà visibile ancora a ottant’anni. Agli altri appare come una donna forte, decisa, piena di curiosità e di interessi. Anche la sua voce è molto gradevole, come riferisce Anna Kuliscioff in una lettera a Filippo Turati45.
Nel marzo del 1896 - pochi mesi prima della laurea - entra a far parte di un gruppo femminile e due anni più tardi partecipa alla fondazione
dell’associazione “Per la Donna”. L’iniziativa parte da Rose-Mary Amadori, la responsabile di «Vita Femminile», rivista che presenta un programma
coraggioso imperniato sulla parità di diritti in famiglia e nella società, sul diritto al divorzio, sulla laicità della scuola. Con fermezza si
schiera contro ogni tipo di guerra (si è da poco conclusa in modo disastroso l’avventura africana voluta da Crispi in Abissinia). In pochi mesi
all’interno dell’associazione Maria si fa apprezzare, tanto che a giugno le socie deliberano di inviarla come loro delegata al Congresso
Internazionale delle Donne - il primo in Europa - che si terrà a Berlino dal 20 al 26 settembre dello stesso anno.