Un altro aspetto dell’accettare il bambino così com’è è quando lo si osserva senza giudizi o idee preconcette. In quanto adulti di riferimento, dobbiamo stare molto attenti alle etichette che attribuiamo ai nostri figli.
È probabile che conosciamo qualcuno che sia stato etichettato come “il clown”, “il timido”, “l’antipatico”; essere poi all’altezza delle etichette positive può risultare ancora più difficile (per esempio “l’intelligente”, “l’atletico”).
Talvolta sono etichette che durano tutta la vita, qualcosa da cui il bambino non si libererà mai.
Anziché etichettare, possiamo offrire al bambino un’altra visione di sé. Riportiamo alla mente storie di momenti in cui ha avuto successo in cose difficili; lasciamo che ci senta dire a qualcuno quanto ha lavorato duro per superare un ostacolo. Per esempio, a un bambino che corra il rischio di essere etichettato come goffo, potremmo dire: “Mi piace guardarti mentre porti quel bicchiere con tanta attenzione fino al tavolo tenendolo con due mani!”.
Le etichette sono usate spesso con i fratelli. Quando in famiglia nasce un nuovo bambino, ecco che improvvisamente il bambino piccolo diventa il fratello o la sorella “grande”. È una responsabilità enorme doversi comportare sempre bene e mostrare ai fratellini come ci si comporta da “bambini grandi”. Anziché far ricadere la responsabilità di guardare i più piccoli sempre sul più grande, per esempio mentre siamo in bagno, possiamo dire ai bambini di guardarsi l’un con l’altro, senza far conto dell’età. Senza lasciare ogni incombenza ai più grandi, potremmo assegnare a ciascuno responsabilità appropriate all’età.
Guardiamo i nostri piccoli e accettiamoli così come sono. Nei momenti felici e in quelli difficili. Ogni giorno.
Permettere al bambino di essere curioso e offrirgli un senso di importanza, di appartenenza e di accettazione fornisce una base solida per un legame affettivo e una relazione di fiducia con lui; qualcosa di cui avremo bisogno per coltivare la collaborazione e quando dovremo stabilire insieme a lui dei limiti.
Senza un legame affettivo otterremo ben poca collaborazione; senza fiducia, stabilire limiti diventa difficile.