lavorare insieme Anche i genitori sono persone facile finire per far girare la vita solo attorno ai figli; mettiamo i nostri bisogni in attesa È o ci sentiamo colpevoli se facciamo qualcosa per noi. Seguire il Siamo tutti delle persone e meritiamo di soddisfare i nostri bisogni. bambino non vuol dire ignorare noi stessi. Lavorate insieme a lui e siate assertivi se necessario. Concediamo molta libertà al bambino ma esprimiamo anche noi i nostri bisogni, per esempio desiderando un po’ di pace la sera mentre lui riposa a letto (a pag. 232 c’è una tavola dei sentimenti e dei bisogni a cui volendo si può fare riferimento). Il nostro partner, se ne abbiamo uno, è una Trovare il tempo per relazioni adulte. persona anche lui e la relazione è molto importante; senza non saremmo mai diventati neppure genitori. Fatto sta che spesso dimentichiamo di darle la giusta priorità. Mi piace l’esempio che ho sentito una volta da una famiglia francese con quattro figli. Quando il genitore che lavorava fuori casa ritornava la sera, entrambi i genitori si sedevano a bere un bicchiere di vino, si confrontavano, ristabilivano un contatto reciproco per circa dieci minuti anziché precipitarsi a preparare la cena e immergersi nella routine serale. In questo lasso di tempo non saltavano su per correre in soccorso dei figli e i bambini avevano imparato che quello era il momento speciale dei genitori; in questo modo i bambini capivano quanto la loro relazione fosse importante. E che anche i genitori sono persone. AVERE UN GENITORE PREFERITO I bambini possono attraversare una fase in cui preferiscono uno dei genitori. Vogliono che sia solo lui a fargli il bagno, a leggergli un libro o a portarli a letto. Se la cosa continua, l’altro genitore può sentirsi estraniato e turbato. Non esiste un approccio unico che vada bene per tutti in questo caso, ma ci sono alcune cose da considerare. Credo che in molti di questi casi il bambino stia Il bambino si aspetta una reazione? cercando di fare chiarezza e di testare i limiti. Non è necessario reagire o arrendersi alle sue richieste, se spinge via un genitore quel genitore può riconoscere con gentilezza i sentimenti del bambino: “Volevi che ti aiutasse qualcun altro, ma oggi ci sono io ad aiutarti”. Restate calmi, gentili e sicuri. Se un genitore ha viaggiato molto Riflettere se siano avvenuti cambiamenti in casa. o ci sono stati altri cambiamenti come la nascita di un fratellino o un trasloco, questo potrebbe essere il modo del bambino di esprimersi; è il tentativo di controllare qualcosa quando tutto il resto è fuori dal suo controllo. Non significa che dobbiamo cambiare la persona che si occupa di lui per soddisfare le sue richieste, ma potrebbero essere necessarie comprensione e coccole in più, sforzandoci di vedere la cosa dalla sua prospettiva. LA CHIAVE PER LAVORARE INSIEME COME FAMIGLIA Credo che la chiave per lavorare insieme come famiglia sia riconoscere che ciascuno di noi ha dei bisogni, ed essere creativi nel trovare modi che assicurino il soddisfacimento dei bisogni di tutti. Non è facile ma neppure impossibile. O almeno possiamo iniziare a parlarne. Lavorare con il bambino L’adulto è responsabile, ma il bambino può senz’altro dare il suo contributo alla risoluzione dei problemi. “So che vuoi continuare a giocare fuori ma io sono pronta a rientrare. Come possiamo risolvere il problema?”. È possibile anche con bambini che ancora non parlano, si riveda il capitolo 6 per suggerimenti specifici. Lavorare con il partner Penso davvero che, con un po’ di flessibilità e comprensione, i bisogni di tutti possano essere soddisfatti. Prendiamo come esempio un normale pomeriggio del fine settimana. È ora di andare al supermercato, i bambini vorrebbero andare al parco, il nostro partner vorrebbe schiacciare un pisolino e noi vorremmo incontrare un’amica per un caffè. Anziché ricattare i bambini dicendo: “Andiamo al parco se farete i bravi!”, possiamo cercare di organizzare qualcosa per ciascuno che non richieda condizioni. Magari potremmo andare al supermercato senza bambini e poi portarli al parco mentre il nostro partner si riposa. Oppure ordiniamo la spesa online e la nostra amica viene a trovarci a casa mentre i bambini giocano e il nostro compagno si riposa. Qualsiasi combinazione o altra soluzione è possibile. Lavorare con gli altri Ci saranno altre persone, oltre a noi, a prendersi cura dei nostri figli. Un nonno o una baby-sitter, o forse il nido o la scuola. Impareranno che ci sono altre persone al mondo a cui i genitori si sentono sicuri di affidarli, impareranno a fidarsi degli altri e impareranno tanto anche dalla conoscenza del mondo che hanno queste altre persone. Il mondo del bambino verrà arricchito da queste interazioni. Se ci fidiamo della persona che si prenderà cura di nostro figlio, il bambino lo percepirà; il miglior consiglio che ho ricevuto dall’insegnante dei miei figli all’asilo Montessori è stato quello di salutare i bambini con un ciao molto positivo ma veloce: “Divertitevi tanto e ci vediamo dopo il racconto della storia!”. Credo di aver detto la stessa cosa ogni giorno, rassicurava me e loro. Quando correvano fuori dalla classe li salutavo con un abbraccio, se volevano, e dicevo loro: “Che bello rivedervi!”; non c’era bisogno che dicessi quanto mi erano mancati, perché per un bambino piccolo è una cosa pesante da sostenere. Il messaggio di cui il bambino ha bisogno è quello sulla fiducia che riponiamo nell’altro, così che anche lui possa affidarsi. Ha anche bisogno di fidarsi di noi in questo processo, perciò è necessario che sappia quando stiamo per andarcene e sappia che anche la sua possibile tristezza è accettabile. È più facile che sparire senza dire nulla, quando poi noterà all’improvviso che non ci siamo più e non sarà in grado di capire dove siamo andati o quando torneremo. FAR SPOSARE LA NOSTRA CAUSA! È impossibile cambiare qualcun altro: figli, marito o familiari che siano. Vorremmo che sposassero queste idee Montessori, ma non possiamo costringerli. Non disperiamo. Penso spesso che la cosa migliore che possiamo fare è continuare Iniziamo da noi stessi. a esercitarci. Le persone noteranno che siamo cambiati, che siamo genitori diversi, e magari ci chiederanno informazioni: “Ho visto che non hai sgridato tuo figlio quando ha fatto quella scena al parco, piacerebbe anche a me!”. Non siamo degli esempi solo per i nostri figli, ma anche per tutte le persone che ci circondano. I curiosi faranno domande, ma non tutti, va bene anche così. Condividete un articolo o una Troviamo nuovi modi per condividere le informazioni. storia che parli di qualcuno che segue un approccio simile. Scovate un programma alla radio o un podcast che tocchi uno degli aspetti in sintonia con voi. Prestate questo libro, inoltrate una . Guardate insieme un seminario online, estendete l’invito per newsletter un seminario o un laboratorio presso una scuola Montessori. Parlatene. Goccia dopo goccia, una lenta ma costante informazione, facile da digerire, a piccole dosi, a un ritmo che lasci gli altri aperti e desiderosi di provare. Spesso vorremmo che i Osserviamo in che modo ci rivolgiamo ai nostri familiari. nostri familiari parlassero al bambino con gentilezza, senza correggerlo, limitando le critiche e incoraggiandolo. Poi finiamo per ascoltare e parlare con i nostri familiari nel modo esatto in cui cerchiamo di non comportarci con nostro figlio. Li correggiamo se dicono la cosa sbagliata, ci innervosiamo quando sono impazienti e finiamo per parlare più forte di loro e mancargli di rispetto. Nessuno ha torto e Riconosciamo i sentimenti dei familiari e traduciamo per loro. nessuno ha ragione. Proprio come abbiamo imparato a guardare dalla prospettiva di nostro figlio, possiamo anche imparare a vedere dalla prospettiva dei membri della nostra famiglia. Forse non ci piace il modo in cui parlano o interagiscono con il bambino, ma possiamo sempre tradurre per loro. “Mi sembra che nonno non voglia che ti arrampichi sul divano!” “Penso che tua madre non voglia che lanci il cibo!” “State passando un momento difficile voi due, fatemi sapere se vi serve aiuto!” Lo stesso può valere al parco, con i vicini, o con parenti con i quali potremmo non essere in accordo. Possiamo tradurre anche per loro. Con sufficiente Cerchiamo un accordo sui valori fondamentali della famiglia. saggezza, è possibile portare avanti una conversazione nella quale la famiglia trovi punti di incontro. Per esempio, potremmo scoprire che vogliamo tutti il meglio per il bambino, che vogliamo che cresca rispettoso e responsabile, che vogliamo che sia curioso; tuttavia, ciascuno di noi ha i suoi limiti. In questo quadro generale, il bambino piccolo imparerà che ogni persona della famiglia Con naturalezza imparerà da chi andare quando vuole fare lo ha il suo approccio unico. spiritoso, o da chi andare se le cose non vanno per il verso giusto e così via. È fortunato il bambino che ha così tante persone a occuparsi di lui. Anche se non siamo in contatto con i nostri familiari stretti, il bambino può ricevere attenzioni e cure dalla comunità che ci circonda.